un libro

marzo 14, 2016

Nuovo corso, nuova rubrica.
In realtà quando avevo ancora il blog su style, spesso parlavo di libri e film, poi, non so bene perchè, ho smesso.
Ah , adesso mi ricordo perchè... ho avuto una figlia e il cinema è passato dall'essere un appuntamento anche 2 volte alla settimana, a "vediamo se riesco questo mese" e i libri si accumulano sul comodino in un modo che non avrei creduto possibile.

M fa molto piacere che abbiate inserito anche questa fra le rubriche papabili, è un'occasione per scambiarsi opinioni e conoscere nuovi punti di vista.

Parto con un libro che ho letto qualche mese fa.
In 4 giorni (una persona normale lo farebbe in 4 ore, ma per una madre è un record che manco Bolt).

LA SPOSA GIOVANE di Alessandro Baricco.


Ormai sapete che non sono esattamente giovane... insomma rientro nella schifosissima categoria GIOVANILE, che fa così schifo che non sto nemmeno a dirvi quanto.
Dico ciò, non per gettarmi la croce addosso, ma per sottolineare che non essendo nata ieri, ho vissuto anche il primo corso di certi autori, scrittori e attori.
Io ho memoria storica. Praticamente l'unico vantaggio di essere agee.

Quindi vi confesso che io Baricco l'ho molto amato.
No, non intendo le solite robe pseudo-intelletuali o da fighette che scrivevano sul diario le citazioni di "Castelli di Rabbia" o "Oceano mare", ma avevo una cotta proprio per lui in persona.
Nel 1994 io avevo il permesso di restare sveglia a vedere "Il circolo Pickwick", una trasmissione sui libri PAZZESCA.
(Tralasciamo il fatto che ormai maggiorenne io dovessi ancora chiedere il permesso per rimanere sveglia a vedere la tv, nei giorni di scuola).
E Alessandro Baricco leggeva, leggeva, leggeva... Oddio come leggeva lui, nessuno mai.
Finito il programma, con la penna in mano, mi segnavo tutti i titoli e il giorno dopo tappa fissa in libreria per comprare e comprare e comprare.
Lui mi ha fatto conoscere il racconto "Bartleby lo scrivano", di Melville, che ancora oggi è uno dei miei titoli preferiti di sempre.

Ma torniamo a noi.
In quegli anni leggevo tutto quello che produceva e consigliava; se avesse scritto o letto l'etichetta dello shampoo, io avrei comprato anche quella, perché un carisma come quello, nel proporre un libro, non l'ho mai subito da nessun altro.
Poi i miei studi si sono un po' approfonditi, le mie letture variegate e ho avuto un'illuminazione celeste su alcune sue opere: IDDIO QUANTO SI PIACE STO BARICCO!!!!!!!! NON GLIENE FREGA NIENTE DI RACCONTARMI QUALCOSA, QUESTO MI VUOL FAR VEDERE QUANTO E' BRAVO!!

Avevo la netta impressione che ogni libro (City per citarne uno) fosse un manifesto celebrativo della sua bravura.
Trame intrecciate, cambi di punti di vista repentini, stile volutamente alto... e io mi ero proprio stancata di far fatica in nome di un amore passato.
Ciao Baricco, rimaniamo amici, non sei tu, sono io.

Io amo le storie.
Certo, le storie ben scritte, ma sono convinta che le storie migliori siano quelle in cui il narratore si mette al loro servizio. Prediligo uno stile semplice, che poi è il più difficile da riprodurre, e credo che il vero talento sia quello di apparire, con una mano riconoscibile, ma senza nulla togliere al racconto.
Io voglio essere accompagnata per mano, non fare fatica e subire sgambetti.

Quindi Baricco l'ho lasciato lì. 
Probabilmente negli anni mi è capitato ancora di leggere qualcosa, ma niente che mi ricordi (quindi niente di memorabile).

Per il mio compleanno mi è stato regalato la "Sposa giovane" e mi son detta, proviamo.
Ti ho voluto davvero bene Alessandro, per cui meriti una nuova possibilità.

E ho fatto bene.
Mi ha portato alla fine in modo veloce e soddisfacente, mi ha coinvolto e soprattutto mi ha intrattenuto.
Ogni volta che lo riaprivo non ho mai dovuto rileggere la pagina precedente, segnale per me che avevo mantenuto viva l'attenzione, pur con l'incipiente stanchezza (teniamo presente che leggo solo prima di addormentarmi).
La storia mi è piaciuta.
Ci sono tutti i suoi stilemi tipici: cambi di punto di vista improvvisi (ma questa volta ne parla lui, come un'esigenza narrativa imprescindibile, ammetto di aver detto OH NO, ma poi quando ha sottolineato il fatto, l'ho perdonato), lunghi discorsi diretti e indiretti liberi, due piani di lettura (quello del narratore e quello della storia), frasi ad effetto (quelle che qualcuna scriverà su facebook), ma tutto molto sciolto, fluido, piacevole.


I personaggi sono interessanti e creano familiarità; mi piace molto che gli unici nomi propri che vengono fatti siano quelli di Modesto, l'anziano maggiordomo e Dolores, la bambina sordomuta.
Chiamiamo per nome solo chi non parla, mentre tutti gli altri, coi quali entriamo in intimità sono  LA MADRE, LO ZIO, IL FARMACISTA... LA SPOSA GIOVANE.
Si fanno conoscere e si fanno voler bene nelle loro stranezze; ti fanno scoprire i loro segreti (con una certa facilità) e le loro debolezze (con garbo) e gli ambienti sono accoglienti e luminosi.
La luce è davvero una protagonista della storia, anche perché il buio e la notte fanno molta paura a tutta la famiglia.
Una svolta che mi ero persa nel buon Alessandro, è quella verso lo stile un po' pruriginoso. Ci sono molte scene di sesso. In realtà nulla è realmente erotico, il sesso è sempre funzionale a qualcosa e mai fine a stesso, spesso sono ben inserite, delle volte inutili... ma nel complesso è tutto ben amalgamato.

Non è la sua opera migliore, non entrerà nelle antologie, ma è un libro piacevole che mi ha riappacificato con un vecchio amico.

Se lo avete letto, ditemi la vostra!






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1 commenti

  1. Non l'ho letto e Baricco non è tra i miei autori preferiti... Purtroppo, come te, ho pochissimo tempo da investire per le letture di piacere, quindi devo selezionare con cura libri ed autori che voglio leggere. Comunque sia, dopo aver letto il tuo post, ho pensato che anche io ho avuto un rapporto simile con un'autrice (I. Allende). Ho amato moltissimo i suoi primi libri (e fra tutti proprio il più popolare La casa degli spiriti). Ma poi qualcosa è cambiato, le sue ultime storie e protagonisti hanno perso quella magia che un tempo mi aveva affascinata. Le ho dato un'altra occasione con il suo ultimo romanzo, L'amante giapponese, ma anche se l'ho trovato ben scritto e con una storia interessante ho avuto l'impressione che gli mancasse quel quid che tanto ho amato dei suoi libri.

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