una notizia (Hedi se ne va)

aprile 04, 2016

3 giorni fa sul profilo IG di Suzy Menkes appare una foto di Hedi Slimane (sempre con uno sguardo tirato e con pupille ipertiroidee) e il seguente commento:

Farewell Hedi at Saint Laurent. His departure is more than an anguished personal decision. It turns a seismic shake in the fashion industry into a gaping fissure.


 

I termini che usa Suzy appartengono senza dubbio al catastrofismo di tipo geologico.
Se vi devo dire la verità, non so se me lo ero sognato, ma la notizia mi pareva già nell'aria e dopo tutte le defezioni degli ultimi mesi, non mi sconvolge più di tanto.

Probabilmente è come il terremoto per uno che sta in una zona sismica... la scossa la senti, forse ti spaventa, ma mai come la prima che hai avvertito.

Raf Simons se ne va.
Alber Elbaz licenziato dopo 14 anni.
Wang molla Balenciaga ad ottobre (ora c'è Demna Gvasalia che non so chi sia).
Phoebe Philo è sul punto di dire addio a Celine.
Stefano Pilati molla Zegna. 
Massimo Giornetti lascia Ferragamo.
Gucci ha cambiato da poco.

Proprio di questa settimana è anche l'articolo su "Gioia!" in cui si parla della velocità che uccide il fashion system.
I creativi si esauriscono in fretta, da tutti i punti di vista: esauriscono le energie e anche i nervi.
L'articolo elenca un impegno di: 4 collezioni l'anno + le pre collezioni+ le seconde linee + le terze linee + le capsule + i cosmetici + profumi + red carper + eventi.
In pratica manca il tempo.
Il tempo è la chiave di tutto, vogliamo vedere tutto e subito, tutto diventa vecchio, tutto ci stanca.
Tempo fa Massimo Giorgetti (di MSGM) aveva già espresso il malcontento sul fatto che andando in Rinascente, nel reparto coi suoi vestiti, non riconoscesse ciò che aveva disegnato.
Ha rincarato la dose chiedendo che alla sua sfilata non venissero immortalati gli abiti con hli smartphone, ma che si aspettasse di rivederli in negozio.
ASPETTARE, chi lo sa fare?
Ho letto critiche a questo comportamento perchè è stato uno dei primi a foraggiare Chiara Ferragni e a spingere sui blogger e influencer, ma io credo che abbia il diritto di dire basta e soprattutto qualche anno fa le cose non erano come adesso. Cambiare idea e percorso non è vietato.

Il secondo responsabile (ma chiaramente collegato al primo) è il fast fashion.
Diamine lo dice il nome: quelli fanno in fretta!!
Zara, H&M, Mango e compagnia cantante ci mettono un nano secondo a rifarci pari pari una cosina che ha sfilato in passerella 6 mesi fa.
Non devono nemmeno fare spionaggio industriale (come la Spectra con la Forrester), basta Vogue.com sezione sfilata, sezione dettagli.

Quind.i se non possiamo combattere il tempo, se più veloci di così senza lasciare morti e feriti sul campo non si può andare, allora dobbiamo seguire il consiglio di Alexander Fury (citato nel testo di Roselina Salemi, sono andata a cercarmi il suo articolo sull'Indipendent): RALLENTARE.

What's the remedy? I'm not sure I know. Certainly it's not making yet more clothes for an already saturated market; probably not making them faster, although maybe that will combat a new-fangled marketing notion of “consumer fatigue”.

Maybe we're all – designers, customers, journalists – just tired of so much stuff being relentlessly rammed down our throats? And perhaps we all need breathing space, before the whole damn industry comes apart at the seams, like a badly-made, quickly-sold handbag.


PS: Domanda scema, ma se Hedi se ne va, Saint Laurent, torna ad essere Yves Saint Laurent??
 

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2 commenti

  1. Speriamo di si che ain't laurent without yves per come la vedo io
    L

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  2. Vaccarello a Saint Laurent... Cosa ne pensi?

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