What's in my bag? HIGH SCHOOL EDITION
maggio 24, 2016Sono felicissima di ospitare Ludo e la sua borsa per la scuola.
Questo blog, seppur piccolo e poco conosciuto, ha un pubblico davvero trasversale e non sapete quanto la cosa mi renda felice!
Ora passo la parola a lei , che ha tantissimo da dire e lo dice bene, con un linguaggio fresco che mi riporta indietro di decenni (e ora vado nell'angolino a piangere).
Non commenterò nulla perchè più che una borsa, è una storia.
Buona lettura!
What's in my bag? High School Edition.
Breve storia sulla borsa
La
mia borsa da liceale è una borsa figlia di nessuno, senza firma e senza
brand. E' una borsa che mi sono regalata all'inizio dell'estate scorsa
prima di partire per la Grecia.
Avevo bisogno di
una borsa sobria, pratica e versatile che potessi usare sia per
portarmi dietro telo da spiaggia e crema solare sia per metterci il
portafogli e la cartina di Corfù.
Dopo
averla promossa post viaggio, a pieni voti, ho deciso di sottoporla alla
fatica che di solito solo le borse dalle cuciture più salde e dai ganci
più resistenti riescono a sopportare per nove mesi: la scuola.
Le mie school bags devono infatti
resistere indenni al peso dei libri, all'ora di autobus che impiego per
arrivare a scuola, alla noncuranza e al mancato rispetto con cui le
tratto durante le sei ore di lezione, all'ora di autobus per il ritorno a
casa, e ai calci di mia madre quando le lascio in giro per il corridoio
di casa mia.
Descrizione spicciola
La
borsa che uso per ora è di simil-pelle, nera, con le cromature -si dice
così?- e i ganci in metallo dorato. Ha due macro tasche, ovviamente con
due chiusure zip per contrastare gli scippatori dei mezzi pubblici. A
loro volta queste due macro tasche ne contengono altre due: piccole ma
non troppo piccole, e cucite alla fodera interna.
La
borsa è comoda perché ha sia i manici per tenerla in mano o sulla
spalla, sia la tracolla regolabile, che è quella che uso io, perché la
borsa ogni mattina pesa quanto una mucca incinta.
La
borsa è davvero capiente anche se vista dall'esterno non gli avrei dato
una lira. Ho scoperto con enorme sorpresa che riesce a contenere senza
sforzi il dizionario di greco Lorenzo Rocci, e chi lo conosce sa fin
troppo bene che è bello grande.
Cosa contiene
Tralasciando
i libri e i quaderni che vanno e vengono (filosofia, greco, fisica,
latino...), la mia borsa non può mancare di un elemento fondamentale: il
caos.
In
una delle taschine interne conservo sempre: un burro di cacao mezzo
finito, il libretto delle giustificazioni, un tampone, uno specchietto,
il planner home made del mese, e soprattutto, il mio vecchio e rotto
BlackBerry che non funziona dal quindici diciotto ma che porto ogni
giorno a scuola per sicurezza: durante i compiti in classe lo consegno
all'insegnante di turno spacciandolo per il mio cellulare ufficiale,
così, se riesco, posso sbirciare qualche soluzione dal mio Iphone
funzionante. Tengo il BalckBerry ogni giorno in borsa perché sono sicura
che me lo dimenticherei una verifica sì e l'altra pure, mentre in
questo modo, avendocelo sempre appresso, non mi viene il pensiero e
sono in una botte di ferro.
Io
non posseggo astucci per le penne più o meno dalla terza elementare, ci
provo ogni anno ma già verso il secondo giorno di scuola ho perso o
seminato in giro per l'aula l'intero contenuto. Questa mia mancanza di
astucci comporta sul fondo della mia borsa la presenza di qualche matita
spuntata sparsa e di una chiazza d'inchiostro blu dovuta ad una Bic
esplosa sulla fodera. Tra le penne scariche e le matite si dovrebbero
trovare di sicuro alcuni scontrini, almeno un paio di fazzoletti
sporchi, e delle caramelle alla liquirizia che non mangio perché non mi
piacciono. Le lascio lì per bellezza.
Due costanti
nella mia borsa sono gli occhiali da sole vintage che mia madre usava
negli anni novanta e il libro che sto leggendo al momento, per ora si
tratta di Cent'anni di solitudine.
Le
variabili invece sono il portafogli, l'agenda, la trousse dei trucchi e
la bustina di cotone molto indie che uso per conservarci tabacco,
filtri e cartine.
Cosa non contiene
Chi
va in autobus, sa bene che nelle borse non devono assolutamente
trovarvisi oggetti di valore, come il mio iPhone, che non ha visto
l'interno della mia borsa neanche in cartolina. Lui è sempre al
sicuro nella tasca della giacca o stretto nella presa d'acciaio della
mia mano, ben allacciato ai suoi auricolari.
Altra
cosa che, ahimè, non compare mai nella mia borsa sono le monete. Non
so perché le persone dicano così spesso la frase: "Dovrei avere degli
spicci sparsi qui da qualche parte", ma sono certissima che a me non
succeda mai. Non mi sorprenderei se trovassi una mappa per Atlantide tra
un quaderno di matematica e una caramella alla liquirizia, ma se
infilando la mano dentro una delle tasche della borsa ci pescassi una
moneta da due euro potrebbe nevicare ad Agosto.
Grazie Vale, per avermi ospitato, sei una delle poche FashionBlogger che riesco a leggere senza innervosirmi (forse non sembra, ma è un complimento giuro!).
Se volete leggere qualcos'altro scritto da me passate per il mio blog AngoloGiro!
Ludo.
7 commenti
Ludo mi fai morire!
RispondiEliminaW il team Rocci comunque :)
L
Cent'anni di solitudine...avevo la tua età quando l'ho letto per la prima volta,un capolavoro!! Fortissimo l'uso del BlackBerry!
RispondiEliminaVintage gli anni '90?!! Ma non erano l'altro ieri? ;-D
RispondiElimina(come sentirsi evcchi ;-)
Se gli anni '90 sono vintage, posso anche ritirarmi in un angolo a piangere :-o
RispondiEliminaQuesto "what's in my bag" mi riporta indietro di un secolo (maturità '94), quando andavo a scuola in bici, con il Rocci - o il Castiglioni Mariotti, a seconda delle occasioni - nella borsa/cartella di cuoio. Non esisteva il cellulare e la bustina con i trucchi era una rarità: erano anni grunge, ci si vestiva con le Clark's, i 501 e i capelli con la riga in mezzo...
Anche questa volta, bel post!
Dona
Ciao cara Ludo, ti scrivo dagli anni novanta, io ero in classe con la Vale ed assieme abbiamo portato sulle nostre spalle (le mie un po' più larghe... ma solo per via del nuoto.. quelle della Vale un po' più strettucce per costituzione - beata lei) il peso della cultura (o dell'ignoranza nel mio caso, io non andavo mai sopra al 3/4 in greco scritto). E' stato vero un piacere leggere il tuo racconto genuino, fresco e simpatico, mi ci sono ritrovata appieno anche se io andavo in giro con un Eastpack scassato che aveva rimpiazzato un improbabile Invicta grigio e rosa. Lo so, qui ci vuole l'iconcina dell'Urlo!!! Ciao Lella.
RispondiEliminaChe piacere leggere questo post!!! Commozione e sorrisi. Il caro Rocci ch oggi darei chissachè per portare ancora a spalla.
RispondiEliminaDivertente e davvero grazie! (E se ti dico grazie dopo che gli occhiali anni '90 sono stati definiti vintage -lacrima-, vuole dire che mi è davvero piaciuto!!!)
Mi sa che siamo tutte andate a piangere in un angolo dopo quel VINTAGE.
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