5 cose che HO IMPARATO DAL DECLUTTERING

giugno 01, 2016

Attenzione!
Il post di oggi è fresco come l'acqua calda, nuovo come la Ferragni che si fa un tatuaggio e ricco di rivelazioni come lo snapchat di Paolo Stella!

Settimana scorsa ho rimesso mano all'armadio delle scarpe.
A novembre lo avevo considerato poco, ero talmente infervorata dal buttare abiti e capispalla che alle scarpe proprio non pensavo.
Non ci pensavo anche perchè aprendo la scarpiera non mi balzava nulla all'occhio che mi desse fastidio.
Il fastidio è stata la mia chiave per svuotare tutto e guardando le scarpe non l'ho proprio provato.
Venerdì invece mi sono resa conto che nello spogliatoio dell'armadio in camera avevo accumulato le 3 scatole delle ultime scarpe che ho acquistato, perchè nel posto dove dovrebbero stare non c'era un buco libero.

Ho avuto bisogno di sistemare e apriti cielo!!
Ho buttato 2 paia di scarpe, 2 le ho regalate e 14 le ho messe in vendita, per un totale di 18.
Quelle buttate erano robina da poco (tipo Zara, vecchie come me, che erano confinate nel cassettino delle ciabatte), quelle regalate erano le Sergio Rossi a punta e un paio di Anna Baiguera numero 35 che a differenze delle altre 2 che ho, mi facevano malissimo, motivo per il quale le ho messe una volta.
Ma il punto è : le altre 14???
14 paia di scarpe, quasi tutte di pregio, quasi tutte pagate fior di quattrini e di quasi tutte ricordo il numero di volte che le ho indossate e quando.
Quando hai tutti questi riferimenti temporali vuol dire 2 cose: o sei Pico della Mirandola o le hai messe così poco da sapere tutto.

Ho una buona memoria, ma Pico rimane imbattibile, quindi rimane la seconda opzione per la quale mi copro di vergogna.

Ed ecco le 5 cose che ho imparato da questa triste e vergognosa esperienza:

1) RESISTERE AL DESIDERIO DI ACCUMULARE.
Ho comprato 4 paia di Charles Phillip. Sono molto comode, nei due anni passati le ho usate molto, ma essendo 4 paia, non sono certamente finite. Il problema è che mi hanno stancato, le indosso quando sono di fretta, quando non ho voglia di trovare altro e quando mi fanno male i piedi.
E capite bene che non c'è gioia in queste situazioni.
Quindi ho imparato che è inutile acquistare scarpe in serie, aspettiamo di raggiungere un certo grado di usura per poi sostituire.

2) RESISTERE AI SALDI.
Un paio di Miu Miu a 190€????? Le voglio subito!!!!!! Ne costavano 260, vuoi mettere il risparmio??
Come no?? Certo che c'è risparmio, ma se guardiamo bene la cosa: messe 4-5 volte, sovrapponibili ad altri 4 modelli già presenti in scarpiera e per 12 mesi di fila non indossate.
Cosa avrei risparmiato in realtà???
NIENTE. Ho buttato 190€ per una botta di adrenalina e la vaga soddisfazione di fare un affare. L'affare sarebbe stato lasciarle lì.

3) RESISTERE AL RICHIAMO DELLA LIMITED EDITION.
Le limited edition ti fanno correre più delle altre scarpe perchè ORA O MAI PIU' risuona nel tuo cervello come un mantra.
Le vuoi da morire: combatti, fai file, se necessario prendi spintoni e insulti e poi? Poi le hai in mano e pensi: ma le voglio davvero o le voglio solo perchè mi hanno fatto respirare qualcosa che mi ha spinto a volerle??
Ecco. Io le ballerine di Jmmy Choo per H&M le ho messe due volte. Ho un ricordo chiarissimo di quella mattinata con la mia amica Barbara, degli insulti, dei "non sa chi sono io", delle tizie del GF che avevano accesso privilegiato, dei braccialetti venduti fuori dallo store di Milano per svariate centinaia di euro e dei commessi esasperati che frullavano come il mio minipimer.
La cosa più bella di tutte è porterlo riportare alla mente con la mia complice e dirci a denti stretti MAI PIU'!
Il braccialetto borchiato, tamarro, ma stupendo, rimane come ricordo indelebile, ma le scarpe non mi servono.
Non che non mi piacciano, ma finisco sempre per mettere altro.

4) RIFLETTERE A LUNGO SU QUELLO CHE DAVVERO VOGLIAMO.
Volevo le Chanel bicolori classiche da non so quanti anni, da quando costavano almeno 160€ meno (e ho detto tutto).
Mi vedevo già in mille abbinamenti e avevo pronte 70 cartelle di Pinterest sull'argomento.
Poi ogni volta subentravano desideri più a breve termine, cose che mi sembravano imprescindibili (cose che SE NON ORA QUANDO) e quindi Chanel passava in secondo piano.
L'idea della scarpa nuda, ma coprente, la punta nera e il resto carne per me era veramente una fissa.
Quando LuisaViaRoma mi ha proposto uno sconto del 20% eccomi a sbavare su un paio di tope punta tonda di Marc Jacobs (prima linea) favolose. Morbidissime, comode (ma davvero) e proprio del colore di cui sopra. Mi son detta : un po' più di 200€ e ho lo stesso effetto.
Dovevo capire che c'era qualcosa di sbagliato.
Dovevo comprarle perchè sono belle e comode e non perchè assimigliavano (un pochino) a quelle altre. Dovevo regalare loro la dignità che meritano e non il ruolo del secondo arrivato giusto perchè avrei risparmiato un po' di quattrini!
E quindi ancora una volta hanno percorso poche strade ed eccole inutilizzate da un paio di anni.
Ho imparato che se voglio un paio di scarpe fighe, devo sapere aspettare, devo saper risparmiare e saper rinunciare al tutto e subito in nome di un investimento più serio, ma indubbiamente più duraturo.

5) CAPIRE DAVVERO CHE SE STA BENE AD UN'ALTRA, NON STA PER FORZA BENE A ME.
Questo è un discorso che io applico soprattutto ai sandali.
Ho comprato gli infradito DOLCE VITA ARCHER perchè li avevo visti su Lauren Conrad e su Alessandra Ambrosio (e sulla Ferragni in seconda battuta).
Mi piacevano da matti, nudi, ma con un tocco di colore forte. Niente gioielli (che odio), ma luminosi.
Presi su Shopbop al volo perchè li DOVEVO AVERE.
Ecco. Sul mio piede continuavo a vedere difetti. E poi io odio le infradito!!!!!!!!!!
Tollero un paio di Havaianas (ne ho un paio marroni che risalgono ai tempi in cui Nicole Richie era amica di Paris Hilton), giusto per il mare e per la pedicure, ma poi le rifuggo come la peste.
In che cavolo di mondo ho pensato che potessero piacermi, su di me, quelle infradito rosa?????
Ed ecco che le ho indossate una mattina, in macchina, per andare da Firenze a Milano e basta. Forse hanno fatto un giro all'autogrill e niente più.

Corollario a questo ultimo punto
- COMPRARE SEMPRE DOVE SI PUò FARE UN RESO -MEGLIO SE GRATUITO-.
Ho imparato che se quando le infili non ti convincono, allora non ti convinceranno mai.
Ho imparato anche che se sono strette, non si allargheranno al punto di diventare comode (maledette Sophia Webster, belle da morire, ma piccole) e se sono larghe le solette non bastano e quindi è meglio renderle subito, prima di pentirsi.

E con questo chiudo.
Spero di meritare ancora la vostra stima, dopo queste confessioni da sciocca spendacciona.
Credo di essere davvero cambiata. Quest'anno (ma già, l' anno scorso) ho quasi applicato la regola del famoso post di Leandra 1 a stagione e mi sento molto più soddisfatta (perchè se pensiamo a quanti soldi ho buttato, altro che Chanel e Manolo!!).

(Finale marchetta: se volete scarpe quasi nuove a prezzi stracciati, trovate tutto sul mio profilo IG, ma solo se vi piacciono, vi servono e non accumulate.
Diffidate inoltre da chi vende scarpe troppo usate, dai come si fa a vendere robe coi segni dei piedi: bleahhhh).

 


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1 commenti

  1. Ah quei sandali della Tory, mi ricordo che mi pareva di non poterci vivere senza.
    Io su questo argomento non posso dire nulla perche' sono un'accumulatrice seriale di scarpa e comincio seriamente a pensare di avere qualche problema grave.
    Pero' non sono ancora abbastanza in la' nel processo di maturazione per fare pulizia, mi limito a non comprare piu nulla

    L

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