Gioventù, canzoni e pensieri in libertà

giugno 25, 2021

Settimana scorsa è stato il compleanno di Guccini.

81 anni.
Ho iniziato a sentire tutto il peso dei miei e dei suoi anni.
Ho ricordato tutti i concerti in cui ci "costringeva" a stare seduti fino alla Locomotiva, quelli in cui si faceva un bicchiere di vino e raccontava storie, quelli in cui portavo a casa poster imbarazzanti con il suo faccione che poi attaccavo dietro la porta della mia camera (credo che mia madre abbia levato quel manifesto 3 secondi dopo che me ne sono andata, giusto per celebrare degnamente la sindrome del nido vuoto).
Ha raccontato storie come nessuno e alcune sue canzoni sono sceneggiature cinematografiche belle e buone, ascoltate (o leggete) "Incontro" o "Scirocco" e poi mi dite!
Una menzione d'onore la merita "Vedi cara" che per decenni ho considerato una canzone bellissima che cantavo a squarciagola... poi improvvisamente mi si è aperto un modo: quest'uomo sta dicendo alla sua compagna delle cose terribili: quanto si sente superiore a lei?? Quanto la sta perculando?
Mi sono sentita perculata anche io, mi ha fregato per un tempo infinito con quel CARA nel titolo!

Tu sei molto, anche se non sei abbastanza
E non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi
Tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco
Tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi

Come se lui fosse una spanna sopra, come se lei non avesse i mezzi per capire... Vedi cara è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già. 
Del tipo: se non ce la fai, non è colpa tua, è che proprio non fa per te!

Voglio ancora bene a Guccini, ma con quella CARA non è stato per niente carino!



Cambiando prospettiva, ma rimanendo nel "peso degli anni", qualche settimana fa ero in attesa nella pizzeria d'asporto vicino a casa e ho accidentalmente ascoltato la conversazione fra 4 ragazzi sui 18 anni.

Ad un certo punto mi sono chiesta: ma parliamo la stessa lingua? 
Mi spiego: se pronunciamo una frase di senso compiuto ci capiamo?
E' ovvio che ogni generazione ha un suo gergo e sicuramente la mia aveva il suo (di cui però ho dimenticato quasi tutto perché con ogni probabilità il linguaggio giovane è come la pelle tonica, ad un certo punto non ti appartiene più), ma mi pare che questa generazione sia particolarmente colorita.
Me ne sono accorta anche ascoltando le canzoni dell'estate (e non solo), tipo Madame, Ernia o Sangiovanni.
Confesso che ascoltando Gucci bag, ho avuto qualche difficoltà:

Ti regalo una bag di Gucci se mi togli i dubbi
se mi cuci i buchi, se mi chiudi le ferite
non amo le luci, non amo le bullshit..

Ci ho messo un tempo decisamente scandaloso a capire BULLSHIT, capivo BUSCI, e mi dicevo che era magari un modo di dire giovane per indicare qualcuno che FA LE BOLLICINE, parafrasando quelli che danno fuori di matto (perché in fondo non mi limito a non capire, ma mi faccio proprio un film).

Quindi, tornando ai ragazzi della pizzeria, mi sono trovata ad ascoltare BRO e FRA con una frequenza allarmante.
Questa fratellanza è assolutamente ammirevole, ma mi chiedo se sia necessario sbandierarla ogni 3 parole. 
Mi rispondo da sola: non è necessario, ma è così e io non lo posso capire.
In mezzo ai bro e ai fra ho origliato il racconto della maturità dell'anno scorso di uno di loro. Era letteralmente indignato e disgustato dal fatto che gli avessero chiesto PASCOLI. 
Ma era proprio schifato, del tipo: ma come hanno osato chiedere a ME, proprio a me, PASCOLI???

Possiamo quasi concordare che Pascoli non sia esattamente uno che parla la loro lingua, probabilmente la poetica del Fanciullino non è quello che un fra del 2020 avrebbe voglia di sentirsi chiedere alla maturità, ma qui non stiamo discettando di gusto poetico, non era in discussione il valore di Pascoli (magari avrebbe preferito Ungaretti, chi lo sa?), ma che in un esame si debba portare italiano. 
Eravamo quindi un passo indietro: a cosa serve la letteratura???

La vecchia che c'è in me (e pure fuori) ha pensato: magari se avessi letto un paio di poesie in più e avessi fatto qualche analisi linguistica, forse ci sarebbero meno bro nel tuo lessico!!!!
Poi però mi sono infastidita per il mio stesso pensiero, perché lui aveva il diritto di parlare come voleva e di lamentarsi della maturità e dell'inutilità di Pascoli nella sua vita. 
E' il suo turno di ribellarsi a queste cose. 
E poi ho pensato che poteva essere mio figlio e che quindi con questa distanza mentale e anagrafica non avrei potuto in nessun modo fargli capire che malgrado la letteratura non sembri avere un utilizzo immediato e pratico, in realtà è ciò che ci aiuta ad aprire la mente e ad avere uno spirito critico. Se sappiamo leggere (e per leggere intendo leggere e capire)  poesie, sappiamo parlare e se sappiamo parlare, possiamo farci capire e se la gente ci capisce, ci può rispettare e una volta ottenuto rispetto, possiamo avere un bel posto nel mondo.
Quindi fra, vuoi un bel posto nel mondo, oppure ti va bene così?

A quell'età non ci si fida di chi è più vecchio perché ci paiono sorpassati, poco aggiornati e non sempre meritevoli di stima (delle volte ci si sente proprio dire che siamo in gamba, malgrado tutto), ma poi la ruota gira e fra 30 anni saranno fuori da una pizzeria e non capiranno un'acca di quello che saranno costretti ad ascoltare e si domanderanno se anche loro erano così: bellissimi, potenti, un po' ignoranti, ma convinti di ogni parola che pronunciavano!

Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di quei tempi là,
sarà per aver quindici (...) anni in meno o avere tutto per possibilità...
Perchè a vent' anni è tutto ancora intero, perchè a vent' anni è tutto chi lo sa,
a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell' età...
(Eskimo)



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1 commenti

  1. oggi post di spessore eh! concetto!!! Guccini l'ho sempre trovato un mattone, ammetto, ho qualche anno in meno di te ma mia sorella che di anni ne ha 44 ci è cresciuta e quindi un pò...me lo ha sempre fatto "amare", nulla da dire, poeta tra pochi, però.........pesantino! Il mio pensiero ad oggi, sbaglierò di sicuro, è che quei ragazzi fuori dalla pizzeria difficilmente diventeranno uomini di un certo tipo, difficilmente si appassioneranno alla poesia o alla letteratura (quello vera, quella che si studia, che ti entra dentro e che poi ti resta nel cuore), però per carità magari sì e sbaglio io...ma le radici non sono più radici profonde, sono radici appoggiate...e non entro in merito musicale 2021 perchè passerei per una befana, penso siano anni interi che il panorama musicale non offra lessico corretto, frasi e contenuti ben espressi e che i fra e i bro...saranno sempre tanti...sempre di più purtroppo! e noi sorrideremo pensando "io c'ero quando era tutto più bello e i poster si attaccavano in cameretta ...altro che instagram!"

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