17 gennaio
gennaio 17, 2025L'altro giorno mi sono imbattuta in un breve video di Audrey Hepburn che in Sciarada dichiara: "conosco già tante di quelle persone che finché non ne muore qualcuna non posso fare conoscenza con nessun'altra".
Al di là del fatto che mi ha fatto molto ridere, mi sono trovata ad annuire. È possibile arrivare ad un' età in cui non te ne frega più niente di fare la fatica di avere nuovi amici, di doverti raccontare e di dover imparare 100 cose nuove, ma hai solo voglia di parlare con qualcuno che ha già tutti i presupposti e ti sa già?? I posti sono stati assegnati, non ci sono posti vacanti, grazie, le faremo sapere.
In realtà io ero così anche da piccola. Avevo le mie certezze, non avevo bisogno di una folla di amici.
Ricordo perfettamente che alcune mie amiche andavano all'oratorio, altre agli scout, ma io non volevo fare niente, io stavo bene in casa, con i miei quaderni e le mie cose da scrivere.
Mia mamma ha provato a portarmi all'oratorio per farmi fare nuovi amici. Mi ha accompagnato alle 15 di una domenica pomeriggio, mi ha lasciato seduta su una panchina e alle 17.30 quando è tornata a riprendermi ero ancora lì, esattamente nello stesso posto.
Probabilmente qualcuno (un animatore o roba del genere), senza troppa convinzione, aveva provato a farmi fare un gioco e io non ho avuto problemi a respingere l'idea.
La cosa non si è più verificata.
Ho accettato questo lato di me e mi sembra che lo accettino anche gli altri (quando ero più giovane è stato motivo di scontri), ma ogni tanto mi chiedo come sarebbe non essere me.
(Ogni volta che parlo di me da bambina, viene fuori un ritratto quanto meno peculiare, a mia discolpa posso dire che ero anche simpatica).
1) Cerco un golfino rosso carino. Un cardigan a scollo tondo, di lana, coi bottoni. L'algoritmo lo sa e quindi mi propone sponsorizzate.
Mi dico: cacchio amico algoritmo sai meglio di me quello che voglio!
Proprio così, mi piacciono anche la taschine!
Clicco e scopro uno di quegli e-commerce fast fashion super colorati. Vado a vedere dove producono, ma non è chiarissimo, non è scritto sotto il prodotto e nella sezione "About us" mi raccontano che il team è tutto femminile, che il marchio è ESTABILISHED IN LOS ANGELES, che il team ha una base in 14 vibranti città come Londra, NY, Seoul, Dubai e Guangzhou e guarda caso il "controllo qualità" è proprio in Cina... non in Corea, non negli Stati Uniti o nel Regno Unito.
Sembrano avere buone intenzioni, ma perchè non essere trasparenti e dire: lo facciamo in Cina, ma lo facciamo bene? Hanno una sezione dedicata alla sostenibilità e ci dicono chiaro che hanno zero tolleranza nei confronti della schiavitù sul lavoro, del lavoro minorile e sono attentissimi a tutti i temi ambientali.
Non dichiarando chiaramente il MADE IN però mi fanno pensare al solito meccanismo di sfruttamento e pessima gestione del lavoro e dei materiali, esattamente il contrario di quello che vorrebbero farmi credere.
Vado comunque a vedere meglio il sito perchè ci sono davvero tantissime cose carine, ma ad esempio il maglione lì sopra che costerebbe 36€, ma in sconto 29 (più un' eventuale altra percentuale al checkout) ha una composizione discutibile: ACRILICO, POLIESTERE E NYLON.
Nessuna fibra naturale, niente di niente. Nemmeno il solito fittizio 4% di lana.
Allora mi sono ricordata di quel maglione carino con il cappuccio che indossava Vic Montanari e di cui una di voi mi ha gentilmente segnalato la provenienza DAMSON MADDER.
Maglione delizioso, DESIGNED IN LONDON (disegnato non significa prodotto), costo 100 sterline e 55 poliestere riciclato e 45 poliestere e basta.
Anche questo marchio è tutto al femminile e ci tiene a dirci che non sovraproduce, con una media di 100/350 pezzi per stile, perchè vogliono produrre solo ciò che vendono.
A parità di pessima composizione, sono portata a credere di più al secondo marchio perché il prodotto costa di più e quindi mi fa intendere che paghi meglio chi lo produce?
Sono portata a credere di più al secondo perchè non è menzionata da nessuna parte la Cina?
(Ma se non è menzionata, vuol dire che non è fatto in Cina, oppure semplicemente che sanno che dirlo potrebbe portare qualche svantaggio?).
Non mi sento molto tutelata nel mio tentativo di essere responsabile, ma mi chiedo anche che differenza ci sia fra questi marchi e i più noti Zara, H&M o Stradivarius nei quali almeno una volta all'anno entro.
E invece c'è differenza con i marchi molto più costosi che comunque vendono poliestere e magari appaltano parte della produzione in Cina e concludono solo la confezione in Italia per poter mettere MADE IN ITALY?
Essere responsabili è molto più faticoso che non esserlo.
2) Ora andiamo rapidi perchè vi siete già annoiate abbastanza.
Pare che Jonhatan (dove diamine va l'H???) W. Anderson sia il predestinato di Dior, il che può anche essere una buona idea visto che Maria Grazia non ha più voglia e idee e si vede. La notizia circola da ottobre, ma ora si fa più insistente.
Ma Loewe????
Loewe al momento ha esattamente l'identità di JWA, non ce lo ricordiamo più come era 10 anni fa, prima della Puzzle bag, quindi come si fa??
Mi pare ovvio che Dior sia una di quelle proposte che uno non può rifiutare, ma per Loewe sarà un bel casino perché negli ultimi anni si è sempre giocato il primo posto della classifica LIST insieme a Prada e Miu Miu, quindi non possiamo certo dire che le cose andassero male.
qui |
3) A proposito di Loewe.
Avete presente la Squeeze bag?
È proprio una di quelle belle creazioni da 4000€ che il buon Jhonny ci ha proposto.
Proprio l'altro giorno convinta di guardare proprio lei, mi sono imbattuta in questa:
Sono quasi 3500€ di differenza e secondo me se vi piace la forma, ma non volete spendere tantissimo, potete prenderla in considerazione.
Ma pure Tory Burch ci prova a farne una sua versione:
Si chiama Fleming, costa sui 625€ e di diverso ha che la tracolla può essere anche molto lunga.
Mia nonna direbbe che nessuno inventa più niente di nuovo.
4) Ahimè sto vedendo arrivare da lontano un modello di sneakers che vorrei dimenticare.
Le ho viste in vendita anche su Corso Como, quindi c'è da preoccuparsi.
Ovviamente niente di nuovo per chi come me ha l'età dei datteri.
Ci sono passata nel 2003/2004 e fa strano ma sono passati più di 20 anni... se riesco vi cerco una foto di una giovane me a Parigi con queste scarpe.
In realtà queste sono da Teakwondo, quelle che avevo io erano le Prajna da boxe.
Le avevo bianche con le righe rosse e poi nere senza lacci con le strisce beige.
Perchè fermarsi ad uno scempio quando puoi compierne 2??
Valentina? Sul serio?? La Boxe? Con quelle spallucce da uccellino ferito?
Mi viene da pensare che i 2000 siano stati il mio Medioevo, molto più che gli anni 90 ( adoravo pure le infradito!!!).
Serenamente so che questa roba non mi avrà. Probabilmente non mi piacevano nemmeno mentre le avevo, o forse non lo sapevo. Ma ora lo so.
(Anche Puma o Asics ci stanno provando... attenzione!)
5) All'outlet di Prada ho avuto occasione di toccare con mano uno di questi maglioni:
Posso dire che era un capolavoro?
C'erano tantissime cose banali a prezzi esosi (polo bianche, calzini e magliette ad esempio), ma questo pezzo era stupefacente, sono stata contenta anche solo di averlo preso in mano e di aver guardato tutte le applicazioni.
Non ricordo il prezzo, ancora altissimo (probabilmente oltre il migliaio di euro), ma ricordo il peso di questo oggetto magnifico, addosso deve essere parecchio impegnativo, ma quanto era bello!
La collezione Fall 2017 è ancora una delle mie preferite.
1 commenti
Vale che bel post pieno di papabili argomentazioni, ti rispondo dicendoti che il primo punto di cui parli è del tutto normale a mio avviso ma io invece a 39 anni ho ancora voglia di incontrare qualcuno di nuovo ...ma di spessore, cioè che valga la pena, diciamo che non chiudo facilmente le porte ecco! Le borse a me ricordano tutte, tutto sommato, banalmente la Chanel 22, impressione solo mia? Ed infine...Prada uber alles, c'è poco da dire...a 360 gradi! Buon weekend!
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