Il body shaming e mia nonna
settembre 19, 2016
E' stata l'estate del body shaming e siccome ne hanno parlato tutte, ho aspettato che fosse meno noioso.
Partiamo dalla
definizione.
BODY SHAMING: far
vergognare qualcuno per il suo corpo o per come ha deciso di
mostrarlo.
E passiamo al mio
titolo.
Mia nonna era la regina
incontrastata del body shaming e non lo sapeva nemmeno.
Non sarebbe riuscita a
pronunciarlo o lo avrebbe milanesizzato come faceva sempre coi nomi
dei personaggi di Beautiful, ma lo padroneggiava con una sicumera da
vera professionista.
Era perfetta quando ti
mettevi in ghingheri e lei ti definiva " BELLA SPUSOTA"
(tradotto BELLA SPOSOTTA, dove per SPOSA, non si intende solo chi
è all'altare, ma il genere femminile nella sua interezza)... che
magari nella sua testa era anche un commento carino, ma riusciva a
sottolineare di fatto solo quello che tu volevi nascondere : quei
chili di troppo che ti rendevano goffa e -OTTA.
Ha raggiunto il culmine
quando non mi si è seduta accanto per settimane a causa dei miei
capelli blu (1996) e alla fine per sfinimento mi ha infilato 50.000 lire
in tasca per andare dal parrucchiere senza dirmi niente.
Mia nonna mi ha sempre
bullizzata, non ricordo complimenti veri, ricordo critiche a non
finire.
Era una donna di quello stampo lì, non ci potevo fare niente.
Era una donna di quello stampo lì, non ci potevo fare niente.
Lei probabilmente, se
avesse diretto QN, avrebbe usato GRASSONE anzichè CICCIOTTELLE e non
avrebbe nemmeno capito perchè non era carino definirle tali.
Io sono sicura che
tutte noi abbiamo un personaggio del genere nella nostra cerchia
familiare, quello che se non mangi come un camionista ti addita per
non essere di compagnia , quello che quando perdi un chilo ti dice:
ma adesso basta che se no scompari, o quello che ti fa notare
come qualcun'altra sia sempre più magra e più bella di te, anche se
non la conosci e anche se non ti interessa farlo.
Quindi dovete aiutarmi
a capire.
Si intende body shaming
quando la presa in giro è pubblica e certificata su un qualsivoglia
supporto mediatico, oppure possiamo davvero inserire tutte le nonne
(o mamme o zie) del mondo nella categoria di quelle che hanno
volutamente sotterrato la nostra autostima senza pietà?
Insomma, ci vuole un
blog, un quotidiano, una mailing list o bastano due parole vis a vis?
Poco importa.
Probabilmente visto che ci poniamo il problema, anche il secondo caso
rientra nella grande casistica del body shaming.
Prima di pontificare
sui colpevoli, faccio ammenda e confesso: da degna nipote di mia
nonna, ho commesso diversi errori.
Mi sono un po'
analizzata sulla questione e ho scoperto che tutte e 3 le volte che
l'ho fatto, quella a vergognarsi sono stata io.
Ma di brutto.
La prima volta mi è
scappato, pensavo di non essere ascoltata (letta) e indisposta per
una serata oltremodo noiosa (stateci voi a parlare un'ora e un quarto
del lupo cecoslovacco) e per un commento pesante espresso senza
alcuna intelligenza, mi sono lasciata andare.
Ho sbagliato.
Sono passata dalla
parte del torto immediatamente e quindi mi son sentita dire di tutto.
Ho chiesto scusa.
Mi sono sentita dire
anche di più.
Ma mi sa che seppur
sotterratta da diverse palate di sudiciume, non mi sono sentita
offesa come la persona che ho preso in giro (anche se lei ha negato).
Perchè usare epiteti
che riguardano il corpo per offendere, invece di dire: noiosa,
petulante e superficiale? PERCHE' E' PIU' FACILE E VELOCE!! Con meno
parole si offende di più! E' garantito!!!
Ma la facilità con cui
otteniamo l'offesa è proporzionale alla nostra stupidità.
Garantito anche questo.
La seconda volta, non è
stato un commento proprio pessimo, nessuna offesa plateale, solo una
riflessione su chi spesso si mette a criticare gli altri e non si
guarda bene...
Che più o meno è la
stessa cosa che ho fatto io, quando ho messo nero su bianco il mio
pensiero...
Quindi, forse, sono
colpevole due volte, perchè ho riconosciuto l'errore e l'ho
reiterato.
Anche in questo caso,
circa 3 minuti dopo, ho capito di aver sbagliato e ho fatto ammenda.
Dall'altra parte non c'è stata cattiveria, ma l'eleganza di farmi
capire che NO, NON SI FA.
La terza volta sono
stata pessima pessima pessima.
Ho risposto ad un'idea
con un commento su capelli e vestiario!
MI si era intasata
l'arteria che porta l'ossigeno al cervello e ho agito male male male.
Ma quanti anni ho???
E non importa che la
persona in questione abbia letto per errore quello che avevo scritto di
lei, non è una giustificazione che non fosse la destinataria del mio
sfottò, il risultato è che avrei dovuto indossare il cappello da
asino per un mese o una lettera scarlatta al collo con la S di STUPIDA!!
E per stupida ci sono
passata di sicuro... e ho ottenuto di aver tolto ogni valore alle mie
parole (anche quelle future). Sono stata punita adeguatamente. E mi
sono vergognata per tantissimo tempo. E forse mi vergogno ancora se
ci ripenso.
La reazione è stata
così elegante e raffinata che mi sono sentita la persona più idiota
del mondo.
Quindi siccome ho
peccato (spero di aver finito, 3 volte sono anche troppe), dal basso
della mia posizione, posso trarre delle conclusioni.
Non è minimamente
costruttivo offendere qualcuno per il suo aspetto.
Non importa se si
tratti dei chili di troppo, di una magrezza marcata, di tatuaggi
discutibili, di tagli o colori di capelli pazzi.
Si perde sempre.
E' un'offesa fine a se
stessa, che parte con violenza, fa tutto il giro e colpisce in piena
faccia, con lo schiaffo dell'idiozia, chi l'ha detta.
Commentare, dire la
propria opinione, argomentare (anche se non sempre richiesto) è
oltremodo lecito, ledere la dignità altrui NO.
Dire a qualcuna che è
culona, cicciona, brufolosa, con i polpacci grassi, che si veste da
cani, che è sporca, che puzza etc... NON SERVE.
Risparmiamo le parole.
E devo fare anche altre
riflessioni.
Non è perchè una
magari ha un blog di outfit e si mette in gioco, che deve accettare
qualsiasi cattiveria ci venga in mente,
No, non è quello il
gioco.
All'impegno che la
tizia profonde per mostrarsi, contrapponiamo una critica altrettanto
ponderata.
Non ci piace la
pettinatura, allora costruiamo un periodo il cui senso è: non mi
piace la tua pettinatura, non insultiamo tutta la sua genealogia.
E poi esiste anche la
possibilità di smettere di seguire la persona che non ci piace.
Davvero eh... si
possono non vedere le foto dei piedi della Ferragni, basta poco!!
Poi.
Io personalmente mi
sono molto infastidita per quel post di Io Donna, in cui Chloè
Moretz viene segnalata come una che non può mettere gli shorts; ho
provato anche più fastidio, quando per metterci la pezza, hanno
scritto che li indossava con troppa disinvoltura.
Il mio disturbo è nato
sicuramente dal fatto che Chloè portava benissimo gli shorts, sia
perchè ha 19 anni, sia perchè è normopeso e quindi la critica era
gratuita.
Mi sarei ugualmente
infastidita se quegli shorts li avesse indossati una non filiforme?
Probabilmente sì
(provo ad avere fiducia in me).. di sicuro la critica piccata e il
tono supponente non avevano nulla di professionale e quindi li ho
trovati inaccettabili.
Ho letto da qualche
parte che dire ad un'amica: sei orrenda, stai da schifo, ti sei fatta
dei capelli orrendi NON sia body shaming.
MMMhhhh.
Forse non è body
shaming, ma è senza dubbio una pioggia di realtà INUTILE.
L' obiettivo è non
fare acquistare ad un'amica un abito che non la valorizza?
Proviamo con: questo
abito non esalta le tue forme.
Oppure: non corrisponde
al mio gusto, ti vedrei meglio con...
Proviamo a non mettere
come soggetto del disappunto la persona in questione.
Vi dico come la vedo
io, che sono permalosa:
- TU STAI DA SCHIFO CON
QUESTO VESTITO = TU SCHIFO.
- QUESTO VESTITO STA DA
SCHIFO = VESTITO SCHIFO.
Concetto uguale,
grammatica diversa.
E vi dico anche che non
me ne frega se l'amica in questione è la paladina della verità e mi
vuole bene come una sorella, mi girano le palle lo stesso, anzi di
più, perchè non ha perso tempo e non ha fatto lo sforzo di trovare
le parole migliori per me.
Mi faccio l'ultima
domanda.
Avete mai perculato con
le vostre amiche la nuova fidanzata dell'uomo che vi ha lasciato con
atroci dolori? L'avete definita cicciona, con gli occhi bovini o
sempliciotta (sono solo esempi eh...)??
Ma questo vale come
body shaming o stiamo chiamando con un altro nome le bassezze che si
fanno quando si viene lasciate e che se siamo al telefono con
un'amica rientrano nei diritti inalienabili della "mollata"??
3 commenti
io ho già espresso, a tempo debito, le mie considerazioni sul tema, sul quale mi sono dilungata mica poco... tuttavia, amo parlarne ancora!
RispondiEliminaquindi grazie.
ciò posto, devo dire che, se mai avessi una rivista ed un mio, o peggio UNA mia, giornalista, scrivesse nefandezze sul corpo femminile, spostando una volta di più la lente di ingrandimento sui problemi che caratterizzano il fisico, lo obbligherei a scusarsi per l'intenzione. perché non gli permetterei certo di pubblicare!
Vale, ti ho sempre considerata (sulla base della conoscenza virtuale) una ragazza talmente sensata e pacata che mi fa sorridere sapere che hai (o hai avuto) i tuoi momenti di debolezza!
RispondiEliminaCredo che diventare mamma faccia acquisire una consapevolezza che ti consente di vedere tutto con un’ottica diversa; io mi sono resa conto che tante volte si dicono frasi in totale buona fede, magari per essere spiritosi, ma che se recepite da un bambino possono dare un messaggio veramente sgradevole. E siccome d’altro canto sono convinta che non ci sia nulla di più vicino alla verità di quello che percepisce un bambino, vuol dire che sono effettivamente cose sgradevoli. Evidentemente però non tutti i genitori lo hanno capito, mi è capitato purtroppo di sentire bambine (femmine più che maschi) commentare a 5 anni vestiti, capelli, aspetto fisico di altre bambine… e mi è venuto un prurito alle mani non da poco, ma le avrei date ai genitori, che evidentemente in casa parlano a sproposito!
ale
Comunicazione efficace: soggetto IO, non TU - IO penso che questo vestito, questo tuo atteggiamento... (è un mio pensiero, discutibile e soggettivo)
RispondiEliminaComunicazione efficace + pedagogia spicciola: IO mi arrabbio quando tu fai i capricci, NO TU mi fai arrabbiare quando fai i capricci: nel primo caso il problema sono solo i capricci, nel secondo viene percepito che TU mi fai arrabbiare, che TU non vai bene come persona.. ecc ecc...
Difficile tenerlo a mente sempre, ma come dici tu le parole sono importanti e quelle sbaglaite ferisono chi le riceve, chi le pronuncia e deteriorano i rapporti. Quindi brava, scegliamo bene le parole per noi, quelle da dire e anche e soprattutto quelle da NON dire (è sempre necessario drile?)