un docu-film: Valentino

settembre 26, 2016

Di recente ho visto il docu-film su Valentino: "The last emperor" e ve lo consiglio.
Non è un capolavoro, non aspettatevi cose pazzesche, ma io l'ho trovato illuminante per quello che riguarda certi meccanismi.




Valentino creava abiti bellissimi, si svegliava la mattina con un'idea, arrivava in atelier, metteva della stoffa su una modella nuda e creava l'eleganza.
Magari cambiava l'abito di punta il giorno prima della sfilata, magari diceva che l'abito rosso era il più noioso della collezione o si irritava se non capivano perchè non aveva messo due file di strass in più, ma sapeva cosa stava facendo.

Io in quel film più che una celebrazione del suo talento, ho visto come hanno distrutto la sua voglia di fare.
Viene detto chiaro e tondo che sono gli accessori a vendere e non gli abiti. I soldi e il business devono venire prima dell'arte.
In pratica il meccanismo dentro la casa di moda doveva puntare ad altro, non a vestire le dive, ma al mercato.
E con queste parole in sottofondo si vede Pier Paolo Piccioli seduto accanto a Matteo Marzotto.
Per quasi tutto il film viene chiesto a Valentino se mai si ritirerà, lui risponde sempre di no, ma è ovvio che sta facendo i conti con un mondo che gli appartiene sempre meno e Karl Lagerfeld che gli dice di non mollare perchè sono rimasti i soli a creare davvero belle cose e non ciarpame, chiarisce ulteriormente la prossimità della fine.

Ho più volte dichiarato che questa svolta di Valentino, con l'avvento dei due stilisti Chiuri/Piccioli, mi è piaciuta, che l'ho sentito più vicino, che ho iniziato a desiderare cose di un marchio che prima sentivo lontano anni luce.
Sottoscrivo, ma con la consapevolezza di essere assolutamente parte del sistema.
Lo sapevano benissimo che puntando su scarpe e borse, avrebbero coinvolto molto più persone, sapevano che  avrebbero tirato dentro noi che magari un paio di ballerine, risparmiando un po', possiamo permettercele, ma un vestito da 10000€ no .
Miravano proprio a noi per fare soldi e ci sono riusciti!

Il prodotto è stupendo, irresistibile e accattivante... ma forse quel Valentino là, aveva un allure diverso.

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3 commenti

  1. Si l'ho visto anche io e mi ha lasciato l'amaro in bocca perchè dimostra come oggi la creatività ed il buon gusto cedano il passo alle regole spietate del mercato talvolta determinando il successo di prodotti davvero brutti, omologati e senza personalità!
    però mi ha fatto anche sognare attraverso la rievocazione di come sia nato il percorso creativo di Valentino e poi quel meraviglioso castello...

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  2. non l'ho ancora visto, ma credo di farlo nei prossimi giorni...

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  3. grazie della segnalazione, vorrei davvero vederlo! Valentino è sempre stato uno dei miei stilisti preferiti, se potessi immedesimarmi in uno tra i più grandi stilisti mai esistiti, istintivamente sceglierei immediatamente lui! ho amato la casa di moda finchè c'è stato lui, però, con quel suo stile impareggiabile e riconoscibile a miglia di distanza perchè iper femminile e curato nei dettagli, ammetto di non essere tra le pazze estimatrici della maison attual.. le rockstud sono diventate un po' troppo commerciali, indossate anche dalle tamarre mal vestite proprio perchè più accessibili di altri articoli... quindi, ecco, capisco il problema espresso nel documentario, pur cogliendo anche il problema commerciale in antitesi, soprattutto in tempi difficili come questi.. pensa che conservo i numeri di Hola alta costura (noto giornale spagnolo) con tutte le sue passate collezioni proprio per rifarmi gli occhi di tanto in tanto

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