"Lascia stare"

settembre 24, 2021


Settimana scorsa ho dovuto acquistare la scarpe per fare ginnastica a Viola (ora si chiama educazione motoria, noi la chiamavamo educazione fisica, ma sempre ginnastica rimane).
Siamo entrate nel negozio Nike e ho iniziato a mostrarle alcuni modelli, quelli che mi sembravano più carini. Lei me li ha bocciati tutti al suono di: no questo ce l'ha PINA, questo ce l'ha PINO e questo ce l'ha NINO.
Perché ve lo racconto? Perché per me, il fatto che fossero scarpe diffuse e ai piedi dei più era un valore aggiunto, per lei invece un ottimo motivo per non sceglierle.
Io, alla sua età, tornavo a casa dicendo: VOGLIO LE SUPERGA COME QUELLE DELLA BARBARA. VOGLIO LE CONVERSE COME QUELLE DELLA CORINNA. MI COMPRI LE TIMBERLAND COME QUELLE DELLA FRANCESCA?

(Ovviamente l'uso della preposizione articolata invece che quella semplice, indica la mia provenienza, non la mia ignoranza).


Io ho funzionato così per veramente tanto tempo... probabilmente anche ora, non ho Corinne o Francesche da imitare (Barbare sì), ma influencer o pagine di giornale che mi regalano spunti, sì.

Lei no.
Siamo uscite di lì con delle normalissime scarpette nere e fucsia, di un modello che io non conosco (e di cui manco adesso ricordo il nome) e che fanno esattamente al caso suo.
Che forse sappia già, più di quanto non sappia io, cosa le piace?

Lo scorso anno le ho comprato di testa mia delle bellissime (per me) Air Max rosa. Mi piaceva il contrasto di una bambina tutta minutina, con queste scarpe un po' ignoranti, da portare con i jeans o anche con dei pantaloni un po' larghi.
Non dico che le abbia odiate (anche perché è troppo gentile per dirmi che le facevano schifo), ma non le ha apprezzate come avrei voluto. A questo fatto dobbiamo aggiungere che un paio di volte le ha indossate per andare a scuola e due compagne l'hanno guardata sorridendo in modo ambiguo. 
Io ovviamente non ho idea del perché sorridessero guardandole le scarpe, ma lei l'ha presa come una presa in giro bella e buona e quindi questo ha contribuito a lasciare le Air Max in un angolo.
Lezione imparata, non comprare mai scarpe alle spalle di qualcuno, potrebbero non andare bene.


Sempre domenica, all'improvviso è venuta da me dicendomi: mamma, ma tu quando eri piccola, avevi il desiderio di metterti delle cose un po' diverse e poi invece non lo facevi perché avevi paura che gli altri ridessero?
Probabilmente questa domanda è figlia anche del fatto che dopo 8 anni di democratico grembiule, ora si vede quello che c'è sotto, con tutte le implicazioni del caso.
Mi sono presa 30 secondi per risponderle (perché la domanda è tosta, se ci pensate) e lei invece se ne è andata spazientita dicendomi LASCIA STARE...

Diciamo che ultimamente il LASCIA STARE è  una cosa che ci accompagna, un misto di: NON PUOI CAPIRE e NON SONO SICURA CHE MI INTERESSI QUELLO CHE HAI DA DIRE, però le domande me le fa, quindi mi accontento della condivisione e cerco di tornarci su, quando la vedo un po' più ricettiva.

Quindi Valentina, per caso, qualche volta, non ti sei vestita come avresti voluto solo perché hai avuto paura del giudizio altrui?

TOGLIAMO PURE IL PER CASO E IL QUALCHE VOLTA. Posso dire che mi succede ancora adesso, se non tutti i giorni, almeno una volta alla settimana.
Mi vengono delle idee, prendo degli spunti, vorrei sperimentare, ma poi penso alle persone che incontro, a come sono loro e desisto. 
Perché lo faccio?
Non lo so.
Non è proprio paura del giudizio, sono troppo vecchia, il liceo è passato da un po' e ho anche gli strumenti per difendermi da certi sguardi, ma forse trovo ancora comodo uniformarmi per far parte di un gruppo. Trovo che essere adeguati sia molto comodo e spesso mi capita di indugiare in questa comodità un po' troppo.
Probabilmente temo che il messaggio che lancerei vestendomi in un certo modo, sia frainteso.
La moda è uno strumento per far capire chi siamo, dice alle persone che incontriamo tutti i giorni (al supermercato, al lavoro, alla posta e fuori da scuola) cosa vogliamo e non raccontiamoci che le nostre scelte (o non scelte) in fatto di abbigliamento non dicano moltissimo di noi, perché è ovvio che parlano per noi, molto più e prima delle nostre parole. 

Nessuno di noi si veste solo per coprirsi dal freddo o per non essere arrestato per oltraggio al pudore e quando siamo in un negozio che sia una boutique o un fast fashion (è ovvio che non ne sto facendo un discorso di soldi) facciamo delle scelte (lo so, qui molte Miranda Priestley vibes... ma è o non è, il miglior momento del film?).

Se uscissi tutti i giorni con delle mie amiche, forse avrei l'ardire di provare cose nuove, perché mi sentirei capita in quello che è il mio rapporto con la moda, che è divertimento, amore, creatività, ma quando hai a che fare per lo più con conoscenti, tutto si ridimensiona perché farci conoscere per alcuni picchi di follia creativa o per delle sperimentazioni che hanno un alto potenziale di fallimento è un po' rischioso.
Intendiamoci, non è che modulo il mio stile sulle persone che frequento, ma non eccedo e non provo cose nuove perché temo di non essere capita.
Continuo con il mio stile, anche se ogni tanto scalpito e vorrei dare una zampata. Ovviamente quando capita (e capita, perché delle volte mi sento così sicura che non mi pongo problemi), viene subito notato e questo non so fino a che punto sia un bene.

Quindi la domanda che mi pongo è: cosa voglio che il mio modo di vestire dica di me? E le zampate di creatività fanno parte del mio stile?








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2 commenti

  1. Riflessione interessante ... molto.
    Io per tanto tempo in ufficio sono stata "La Milanese" proprio per il mio modo di vestire fuori dagli schemi. Ma sono contenta di aver dimostrato che, anche in un ruolo come il mio, ci si poteva distaccare da tailleur troppo seriosi e grigiume vario senza prendersi troppo sul serio e senza intaccare l'immagine professionale. Anzi avere quel tocco, magari inatteso nel contesto, è stato un modo di esprimere il mio lato creativo in un mondo di numeri e linee … e alla fine alla milanese si sono pure abituati! 😉

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    1. Beh ma la milanese è la mia influencer since 1978! Sembri molto a tuo agio nei tuoi vestiti e quindi si percepisce che non sei travestita da qualcosa, ma sei proprio tu, questo credo che vada ad aumentare il tuo carisma, anche sul lavoro!

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