Che fatica
agosto 05, 2022È agosto, luglio è durato un sacco forse perchè ha inanellato una serie infinita di giornate uguali e assai faticose e quando ti trascini, perdi anche il senso del tempo.
Quando commento il meteo al telefono con mia mamma, concludo sempre con : e che ci posso fare?
Però questa resa indiscutibile non mi basta, probabilmente qualcosa dentro di me crede di poter fare di meglio, che potrei sopportare meglio, che potrei sudare meno (non fatemi dire quanto odio sudare), che potrei trovare una soluzione, solo che non ho ancora capito quale. E mi frustro.
Valentina contro il cambiamento climatico, indovina chi vince?
Stamattina ho cambiato la pagina del calendario, mi sono detta: cavoli siamo al 5 e non ho ancora girato pagina... poi mi sono accorta che il mio calendario era fermo a maggio. MAGGIO.
Praticamente fermo da quando è iniziato il caldo. Forse mi ero arresa prima di iniziare e non me ne sono nemmeno accorta.
Veniamo ad altro.
1) Martedì sono andata a camminare (pareva addirittura che ci fosse vento... che ingenua) e mentre ero di ritorno mi è arrivata la notifica che alle 10 avrebbero lanciato (??) un drop (parola nuova) di New Balance 550.
Le New Balance 550 sono le scarpe che mi piacevano 8-9 mesi fa e che ovviamente non sono riuscita ad accaparrarmi perché non ho l'età per settare la mia vita su questi appuntamenti.
Per un periodo le ho monitorate anche su StockX, ma come vi avevo già detto mi rifiuto di pagare il triplo un oggetto che di per sé non vale nemmeno il prezzo originale.
(130 € di listino).
Si tratta di queste:
Le varie influencer, da Ferragni in giù, le avevano tutte (anche più di un paio) e il colore da avere era il verde.
Io amo il rosa e le avrei volute così ☝🏻.
Torniamo al presente e al drop di martedì.
Sono rientrata in casa alle 9.40 e mi sono detta: faccio una doccia veloce e poi guardo.
Poi mi sono dimenticata (il che ci fa ragionare sulle mie priorità o sullo stato della mia concentrazione).
Mi sono ricordata alle 10.20.
Alle 10.20 la situazione era questa:
L'ultima coda di questo tipo che ho fatto è stata per prenotare un tampone molecolare a Natale e l'esito è stato più o meno lo stesso.
Anche allora mi sono chiesta: ma come ha fatto il signor numero 1 a sapere quando era esattamente il momento di cliccare, quanto tempo prima si era preparato??
Siamo davvero più di 50 mila persone con la stessa idea in testa nello stesso momento? È in qualche modo una cosa pericolosa?
Io ho deciso di lasciare il browser aperto mentre facevo altre cose, giusto per documentare la situazione.
Anche perchè diciamocelo: quante possibilità c'erano che fossero disponibili 53.674 paia di scarpe??
Ho atteso più o meno il tempo indicato:
E quando sono entrata ovviamente la situazione era questa:
Vi dirò che pensavo peggio, perchè in fondo il 40,5 è ancora un numero diffuso... comunque era esaurito anche il 55, quindi mi sono sentita empatica con un eventuale essere umano di 2 metri e 27 che avesse tentato la sorte come me.
Poi come al solito sono partiti i pensieri: le avrei volute ancora? Non è forse stato un bene che io non le abbia mai avute, visto che mi sono dimenticata di loro piuttosto in fretta? Da quanto tempo non ci pensavo, prima di stamattina? Il fatto che sia faticoso averle è per me un incentivo a provarci? Sono sollevata all'idea di non doverle prendere visto che non sono disponibili?? Mi sarei accontentata del bianco pur preferendo il rosa?
Questi piccoli episodi dicono molto su di me e sul mio modo di procedere: curiosità, acquolina, ossessione, calo dell'interesse, oblio. Dovrei conoscermi e passare direttamente alla fase oblio, ancora prima di iniziare a desiderare una cosa.
2) Qualche sera fa, in preda al caldo e all'insonnia (perdonate il monotema), ho guardato qualche puntata di "Sex & the city". Non c'è verso, questa serie è una di quelle che mi ha influenzato di più in generale.
Nello specifico ho ripreso il rewatch che avevo interrotto qualche tempo fa (è un processo ciclico, ogni tot sento che devo riguardare qualche puntata) e sono arrivata alla serie 6, che trovo abbastanza controversa per la presenza di Petrovsky.
Carrie inizialmente è Carrie, non si adegua, è ospite nel mondo di questo presuntuoso artista contemporaneo, ma rimane se stessa. Poi diventa qualcosa di diverso da sé. Viene plasmata dalla personalità di lui che la lusinga e la convince che potrebbe essere meglio in un altro modo.
Quando l'ho visto la prima volta e ho visto la scena in cui le regala il vestito di Oscar de la Renta, mi son detta: che figata!
Poi sono invecchiata e ho capito che il gesto ha delle conseguenze.
un montone a maniche corte è forse l'ossimoro di cui abbiamo bisogno?? |
Insomma, per me Petrovsky è il peggior fidanzato di sempre, perfino peggio di Berger, per il quale ho anche simpatizzato perché Carrie in quella fase era oggettivamente una pessima amica e una pessima fidanzata e forse l'avrei mollata pure io con un post it (tanto ne ho parecchi).
Sapete chi mi ricorda un sacco Carrie in questo periodo? Jenny Walton!!
Lo so che è una persona vera e non un personaggio TV, ma da quando si è lasciata con Scott Schuman (the Sartorialist), sta vivendo la sua fase Sex and the city! (Che il Sarto sia il suo Petrovsky??).
Mi fa così sorridere vedere Milano coi suoi occhi, come se tutto fosse tipico, affascinante e particolare. Sembra un altro mondo, fatto di vintage, shopping, oggetti di design e cene consumate sulle scatole di Prada.
Rendiamoci conto che mette poesia anche nel pacco di pasta Voiello, che definisce color PERVINCA, per non parlare del solluchero che le prende davanti allo scaffale De Cecco! Abbiamo bisogno degli americani per vendere il sogno italiano!
Magari dentro è devastata dalla tristezza, ma sembra anche così emozionata dall'idea di vivere una nuova vita.
3) Ho visto "The House of Gucci". Non lo avevo visto al cinema perché avevo la sensazione che non ne valesse la pena.
E avevo ragione. MA QUANTO AVEVO RAGIONE.
Vi giuro che ho fatto fatica e non riuscivo più a contare il numero di pessime idee avute dal regista per raccontare questa storia.
Quando il film è uscito, tutti gli influencer sono stati invitati alle varie prime, morire che uno solo abbia detto la verità. Anzi ricordo perfettamente l'invito ad andare a vederlo in LINGUA ORIGINALE!!
Lady Gaga fa il suo mestiere e forse la parte della Reggiani le sta anche bene, ma il modo di parlare è veramente offensivo. Buttano una parola di italiano ogni tanto, ma scimmiottano un accento italo americano macchiettistico che fa veramente paura.
Tutti i personaggi parlano allo stesso modo, non c'è una vera caratterizzazione, come se l'italiano fosse uno solo. Ma se decidi di far parlare tutti nello stesso modo, non hai bisogno di infilarci il tocco esotico della lingua originale, spalma il tuo bell'inglese e ciao.
Maurizio Gucci era nato a Firenze e morto a Milano, così come Paolo, Rodolfo e Aldo e Patrizia è di Vignola (Modena) trasferita a Milano e allora perchè ci dobbiamo sorbire un accento pseudo del sud (ma fatto male)?
Perchè ci vedono solo così??
Se nel doppiaggio perdi gli accenti (noi non lo sappiamo mai se un personaggio di un film hollywoodiano è del Maryland, del Texas o dell'Ohio) e tu non vuoi che questo accada nell'originale, almeno cura questa parte!
Poi Luini che si sposta in un baracchino stile NYcity in Piazza Duomo, gli esterni girati a Roma che fa finta di essere Milano??
Ma perchè?
Mancano poi dei pezzi, Patrizia e Maurizio hanno avuto 2 figlie e non una sola e il cambiamento di sentimento di Maurizio è un po' troppo repentino, sembra superficiale e poi non c'è nulla del processo.
Insomma SUPER NO!
Con il cast a disposizione potevano fare molto, ma molto meglio!
Non è un film sulla moda, parla "anche" di moda e questo mi fa pensare che è davvero tanto tempo che non si vede un bel film che parli di moda... È davvero così difficile parlarne senza finire dentro una soap alla Forrester creation?
4) Questa settimana ho visto una che mi spiegava come mettere un mollettone, poi una che mi spiegava come piegare una maglietta e un'altra che cucinava una pasta al pomodoro.
Siamo sul serio diventati così pigri?????
Una delle cose che rimprovero più spesso a mia figlia è quella di chiedere dove sia o come si faccia una cosa prima di cercarla o provarci.
"Dove è la mia maglietta azzurra??".
"Esattamente dove dovrebbe essere".
Quindi questa conversazione poteva anche non avere luogo.
E questo avviene ogni giorno, più volte al giorno, perchè un oggetto potrebbe trovarsi sotto un altro e quindi non essere a portata di sguardo.
Io quindi vengo chiamata per sollevare una t shirt e mostrare che le cose si possono anche spostare, impilare o sovrapporre.
Stiamo diventando così? Abbiamo tutti 11 anni e non sappiamo trovare l'acqua in mare?
E poi esattamente come faccio io, le influencer, che dopo aver fatto questi video ricevono altre richieste elementari, si lamentano perchè "insomma esiste google!".
Io dico che prima di google esiste il cervello, però anche google.
5) Su Pinterest, sulla base delle mie recenti ricerche, continuano a suggerirmi look di j crew del 2016!
Ma siiii! io voglio esattamente quelle cose lì! Dove è finita Jenna Lyons? Perchè ha abbandonato la baracca?
A parte i prezzi aumentati, la dogana etc... non c'è veramente niente che mi attiri, è diventato un marchio veramente basic ed è un vero peccato perché in quegli anni proponeva uno stile davvero bello!
Non c'è nessuno stilista emergente che abbia studiato alla Parson o in qualche altra scuola di design che possa essere assunto a dare una spolverata al marchio e regalarci di nuovo cose carine abbinate bene??
"Cose carine abbinate bene" potrebbe essere il nome di un marchio dal quale comprerei un sacco di cose.
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