di febbre, scarpette da ginnastica e Natale

dicembre 09, 2022

Settimana scorsa non ho messo nessun avviso dell'uscita del post perché ero ammalata. Ho pubblicato perché mi ero portata avanti, ma tutto il resto non ce l'ho fatta. Per 3 giorni a fila ho avuto 38.7/38.8 di febbre e per quanto io sia dotata del cromosoma giusto per resistere più o meno a tutto, sono crollata.

Tolte le fasi in cui ho dormito, vaneggiato e pianto (piango molto) ho guardato un po' di serie che avevo lasciato indietro, ho pensato a qualche regalo di Natale e mi sono appuntata sulle note del telefono qualche spunto per il blog preso qua e là; il problema è che ora che li rileggo mi dico: ma che cosa avrò voluto dire con "Ok"?

Perché ho scritto solo OK?? Magari ho fatto un pensiero elaborato che si è concluso con un OK mentale di autoapprovazione che però è diventato l'unica cosa che ho scritto. Magari era un pensiero pazzesco, una cosa mai sentita prima, ma me la sono dimenticata.

Ciò mi ha fatto pensare che sia un bene che io non abbia mai mandato messaggi da ubriaca... bene che ho comunque scampato lo stesso perché quando mi capitava di bere (troppe poche volte), comunque non avevo un cellulare!

Ma Valentina non avevi un cellulare perché sei troppo vecchia e non li avevano ancora inventati?

Grazie per la domanda, no, erano già stati inventati (il primo che ho visto in vita mia era della Swatch -spero di non dire una cavolata- era grande come un cordless ed ero ancora al liceo), ma io non lo volevo.
Ho voluto il cellulare nel 2000 (a 25 anni!!!) perché mi seccava un po' che le telefonate arrivassero a casa e venissero filtrate ancora dai miei genitori (25 anni = adultità).
Il mio essere radical mi ha protetto da me stessa, non volevo la schiavitù dell'essere sempre rintracciabile (neanche fossi un neurochirurgo di fama mondiale pronta a salvare bambini in tutto il mondo) e mi dicevo che era meglio così... avevo campato bene per un quarto di secolo, sarei andata avanti imperterrita.
E invece? E invece no.
Citiamo ancora  Guccini giusto per concludere il discorso : a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età.

Potrebbe diventare una rubrica: quanto eri stupida/o a 20 anni??

Ma veniamo ad altro:

1) Dobbiamo seriamente mettere un freno ai contenuti tutorial. Ho la netta impressione che sottovalutino la nostra intelligenza in modo assurdo.
Sul mio letto di malattia ne ho visto uno : 5 idee su come camuffare la pancia.
Vediamole queste idee: 
- camicia over da portare sulla pancia
- blazer over da portare chiuso
- maglione over da portare sulla pancia
- gilet over da portare su camicia over da portare sulla pancia.
La quinta idea non me la ricordo, ma non me la sento di andare a rivedere il contenuto.
In pratica 5 idee per dire: COPRI LA PANCIA con qualcosa di OVER (perchè abbiamo imparato questa parola e la dobbiamo usare).

Sono rimasta poi ipnotizzata in modo anche vergognoso dal profilo di una tizia su Facebook che fa acquisti sia su Zara che su Shein e fa il confronto.
Ma poi che se ne fa di due cose abbastanza scadenti e uguali? Una la rimanda indietro? Le rimanda indietro entrambe? Quanto le costa questa operazione di "pubblica utilità"? E al mondo?

Sul serio qualcuno trova queste cose utili e qualcuno riesce a guadagnarci??
Magari l'idea che mi sono dimenticata qualche riga fa era davvero rivoluzionaria, ma conoscendomi avrei pensato: sicura che nessuna fra le altre 7.999.999 persone non abbia pensato a questa cosa?

Poi mi dico che non tutti sono come me, magari qualcuno ha bisogno di certe guide, ha bisogno di sentirsi dire cosa comprare, dove andare, quali biscotti mangiare e via discorrendo... ma rimango dell'idea che andiamo verso un impigrimento cerebrale piuttosto grave, regalando titoli di "creatori di contenuti" a chi francamente non se lo merita.

2) Chi si merita il titolo di designer dell'anno è invece PIER PAOLO PICCIOLI.



Lo ha deciso British Vogue e io sono d'accordo (fondamentale che io sia d'accordo).
Anche Alessandro Michele ha ricevuto il premio "Creativity Leaders of Change" insieme a Raf Simons e ad altri, quindi in mezzo a tantissimi nomi della Brit culture, la moda italiana si prende i posti migliori!

3) Alexa Chung non ha un asciugacapelli e quindi si lava i capelli 3 ore prima di uscire per essere sicura che siano asciutti.
Io porto le foto di Alexa dal parrucchiere.
Io porto le foto di una che manco se li deve fonare per averli in piega.


Non sei tu Alexa, sono io.

ridi ridi Alexa...


4) Non vi dirò che non ho trovato le Samba, che nel frattempo sono anche aumentate di 10€. In fondo non le ho manco cercate e non ho nemmeno controllato troppe volte sul sito.
Vi dirò che ho vagliato nuove opzioni:
- Gazelle color azzurro/pervinca?


(Ricordiamo che ho già comprato le Gazelle due volte e non è mai andata bene).

- Le nuove New Balance un po' strane, che -come tali- mi attirano un sacco.



NB CT302


- Oppure un paio di Autry, che però mi hanno anche già stancato?

Autry


5) Possiamo girarci un po' intorno, ma fra poco è Natale, due settimane e ci siamo.
Riflettevo tempo fa che si è persa molta poesia (discorso anziano ALERT👵): io adoro fare i pacchetti, ma alla fine alle mie amiche spedisco il regalo direttamente dal sito in cui lo compro e quindi difficilmente c'è la possibilità di esercitare la mia arte dell'impacchettamento. 
Posso farlo giusto con le poche persone a cui lo faccio qui a Firenze, ma non è la stessa cosa. Mio marito non ama i dettagli, bada al sodo e quindi non mi ci metto nemmeno.
Come se non bastasse i regali li facciamo un po' a colpo sicuro: vogliamo che la persona sia contenta, vogliamo azzeccare e facciamo prima a chiedere cosa voglia (mia strategia ormai decennale perchè scottata da miliardi di regali bruttini).
Però manco una sorpresina... però manco un po' di impegno che non sia quello economico...
Certo ricevere cose inutili (tipo io detesto TUTTI i regali a tema natalizio, non voglio calze, maglioni, pigiami, tazze, candele, tovagliette, orecchini o robe così che si indossano 5 minuti all'anno) è uno spreco e una frustrazione (quanti di noi hanno pensato: ma santo cielo non mi conosci? Non lo sai che questa cosa non me la sarei mai e poi mai comprata??), ma anche stilare sempre una lista super precisa non è per niente romantico e ammetto che qualche volta mi piacerebbe correre il rischio di essere sorpresa.
Magari alla seconda CANDELA (io odio le candele) mi ricredo subito e torno alla lista precisa, dotata di link e codici sconto eventuali, ma potrebbe essere un'idea.

Quando è successo che abbiamo smesso di intercettare quello che desiderano gli altri, o di indagare in maniera misteriosa o di agire per vie traverse per scoprire la cosa perfetta da regalare?













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