un post diverso

settembre 27, 2011


Scusate se risulto pedante e noiosa con questo post, ma spero di essere di aiuto a qualcuna.
Da domani si ricomincia con i trend di stagione, ma oggi ho bisogno di scrivere queste cose.

Sono passati più di 11 mesi dal giorno del parto, dalla nascita di mia figlia e dall’inizio della mia nuova vita.
Ci sono cose che per ora non ho ancora superato.
Non parlo del dolore, perché il dolore passa subito ed è quasi vero che si dimentica.
Mi spiego meglio, mi ricordo perfettamente di aver patito le vere pene dell’inferno, ma non ricordo la qualità del dolore. Non saprei descriverlo perché è talmente unico nella mia vita che non potendomi rifare ad altra esperienza non ho in dotazione parole e mezzi per raccontarlo. Non puoi dire: mi faceva male lì oppure provavo dolore a. Io non posso. Il male era ovunque e il dolore diffuso … sapevo solo il punto di partenza, ma la diffusione era letteralmente capillare.
Ma poi passa.
Quello che non passa è quello che è venuto dopo. Le sensazioni di inadeguatezza che mi sono state trasmesse sono rimaste un bel po’ e ora che sono una mamma con le contro palle mi è rimasta la rabbia.

Premessa.
Ho partorito in un ospedale “amico del bambino” con tanto di targa certificatrice.
“Amico del bambino” non significa necessariamente amico della mamma.
Già all’incontro preliminare con le ostetriche era stato messo in chiaro che SI DEVE PARTORIRE CON TUTTO IL DOLORE DEL MONDO.
Ovvero, scordati qualsiasi tipo di analgesia.
In realtà io non ero nemmeno sicura di provare l’epidurale, ma avrei gradito che mi fosse lasciata la scelta.
Invece la scelta è del medico e dell’anestesista che stabiliscono se aiutarti solo in questi casi:
-          DOLORE INCONTROLLABILE
-          STATO MENTALE CONFUSO
E ovviamente c’è la possibilità che una volta che LORO hanno stabilito che sei alla frutta, tu sia già al dolce e al caffè e che quindi sia troppo tardi per la punturina.
E va bene…
Niente aiutino.
Tanto poi mi hanno fatto la spinale, mi hanno fatto un’incisione all’utero e ho un taglio che manco Zorro.
Ma va bene.
Questo non è un problema.

Il vero problema è stato l’allattamento.
Io sono favorevole all’allattamento al seno. Lo avrei anche auspicato. Ma se il latte non arriva, non arriva. E prima di entrare in ospedale mi ero preparata a tutto e mi dicevo: non deprimerti se non arriva, è la natura quindi non è colpa tua.
E invece no.
Sembravo quasi una madre degenere ad accettare l’inevitabile assenza di latte.
Ho subito nell’ordine:
-          palpeggiamenti
-          massaggini non richiesti
-          essere attaccata al tiralatte elettrico per interi pomeriggi
-          ragadi al seno
E se tenete conto che ho fatto 9 giorni di ospedale, potete capire come mai ogni volta che mio marito faceva per andarsene alla sera alle 22, io scoppiavo a piangere.

Mi chiederete, ma se non hai avuto latte e hai patito quanto sopra, come hai nutrito tua figlia per quei 9 giorni?
Ah beh. Qui viene il bello.
Dopo aver visto i tagli delle ragadi, mi hanno fatto comprare al negozio dell’ospedale i paracapezzoli in lattice.
Infilavo un sondino di plastica sotto il paracapezzolo, il sondino era legato ad una siringa  e io dovevo tenere premuto sulla siringa per far uscire il latte e aiutare Viola a succhiare.
Risultato? Da 25 a 50 cc di latte in 45 minuti, il tutto da ripertersi ogni 3 ore.
A mezzanotte, alle 3, alle 6 etc…
E ogni volta, dopo tutto questo lavoro, dovevo immergere i paracapezzoli nell’Amuchina per disinfettare.
La mia puzzolina era bravissima, ma essendo piccolina ed esile si stancava come niente e quindi oltre alla fatica del tenere lei come un pallone da rugby (così ti insegnano) e la siringa con l’altra mano, dovevo anche farle solletico sotto un piede per tenerla sveglia. I primi due giorni mi hanno aiutato le infermiere, poi mi davano la roba e dovevo arrangiarmi.
Ho vissuto quegli 8 pasti al giorno come un incubo.
Ogni mattino arrivava una pediatra e la litania era sempre quella: SIGNORA CI STA PROVANDO? STA STIMOLANDO L’ALLATTAMENTO?? ANCHE SE SONO PASSATI 5-6-7-8 GIORNI PUO’ ANCORA ARRIVARE…
E quando dicevo di sì, mi guardavano come si guarda una bambina che ha fatto davvero i compiti, ma non li ha con sé perché li ha dimenticati a casa. Credo che abbiano fatto di tutto per farmi sentire responsabile della cosa.
Nessuna mi ha detto che magari l’ansia, la pressione a mille mila, la terapia farmacologica etc non aiutavano… no, la colpa era mia che non mi mungevo adeguatamente come una mucca!
Anche in questo caso non mi è stata data la facoltà di scegliere!! Ma Santo Cielo avevo 35 anni, la mia era una gravidanza desiderata, la mia situazione non era  in nessun modo difficile, sarò stata sufficientemente matura da sapere che cosa era meglio per me e per mia figlia??????????

Il giorno prima delle dimissioni, una pediatra mi ha detto: signora si faccia vedere come funziona il DAS così continua a stimolarsi anche a casa.
Il DAS è un dispositivo di allattamento supplementare che ti riduce ad un San Bernardo con attaccata fissa al collo la tua botticella.


Riempi la botticella di latte artificiale (quello materno all’ospedale lo danno solo per 3 giorni perché solitamente in 3 giorni se il latte c’è, arriva… e ho detto tutto!!)  e infili le cannucce nel solito paracapezzolo.
La differenza con la siringa è che tutta la fatica del succhiare la fa la bambina e tu non la puoi aiutare nemmeno un po’.

Se fossi stata in possesso delle mie facoltà mentali, se avessi potuto smettere di piangere e non fossi stata in balia degli ormoni, giuro che avrei fatto una piazzata epocale.

MAI SENTITO PARLARE DI BIBERON?????????????????????????????

L’ultima notte sono stata salvata dall’unica infermiera che mi ha detto le cose come stavano.
NON HAI LATTE, PROVIAMO CON IL BIBERON.
Ha aggiunto: non puoi diventare pazza e metterci ogni giorno 7 ore a dar da mangiare a tua figlia. Finirai con l’esaurirti e crollare. E non ha nemmeno senso usare il DAS, significherebbe stare sempre in casa e non poter nemmeno fare una passeggiata ai giardini… a meno che non ti porti tutto l’ambaradan con te!
Quella notte ho continuato con il vecchio sistema e lo stesso alla mattina alle 9, ma il pasto di mezzogiorno è avvenuto con il biberon.
Tempo impiegato 2 minuti netti.
La ragazza ha accettato immediatamente il biberon perché AVEVA UNA FAME DA LUPI ed era stanca morta di metterci un’eternità per mangiare quello che le spettava!
Ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono detta: ora posso iniziare a fare la mamma e smettere di pensare di essere mancante in qualche cosa…

SONO UN’AMICA DELLE MAMME e spero che non capiti a nessuno quanto sopra, ma se dovesse succedere, fatevi sentire subito e non subite, perché come mi ha scritto al mia amica Camy in un messaggio rivelatore: tua figlia ha bisogno della sua mamma e una mamma triste e depressa non può essere una brava mamma!




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14 commenti

  1. mi spiace per le tue disavventure: sicuramente, come tu stessa scrivi, il dato emotivo ha giocato parecchio nel metterti fuori combattimento e nel non permetterti di farti sentire con il personale. Penso che io, sopraffatta dagli ormoni e stanca morta, potrei diventare estremamente volgare, ehehe! bisogna proprio che mi ricordi di questa tua esperienza per poi regolarmi di conseguenza. E voglio l'epidurale, non esiste che non mi facciano scegliere!!

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  2. Ti seguivo sempre sul vecchio blog e sono ancora più contenta di seguirti qui su blogspot visto che aggiorni quasi quotidianamente (e apprezzo molto).
    Al mattino dopo il giro dei giornali passo anche di qui perché il tuo punto di vista è molto simile al mio e perché in fondo ci affiggono gli stessi dilemmi : scarpe scarpe scarpe? borse borse borse?

    Tutto questo per dire che sei una lettura davvero piacevole per quel che riguarda la moda ma sono contenta anche quando pubblichi questi post..... forse perché tra un po' toccherà anche a me e mi sento totalmente inadeguata... sigh!

    Lux

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  3. No comment. Nel senso che non ho altro da aggiungere perche questo post l'avrei potuto tranquillamente scrivere anche io. E ora che la mia Viola (si chiama come la tua :-)) ha quasi cinque mesi, cresce che e' una meraviglia e io lei e il suo biberon di latte artificiale andiamo dappertutto mi congratulo con me stessa per aver saputo dire 'basta' alle ostetriche che mi facevano terrorismo psicologico perche la piccola non voleva attaccassi al seno.
    Un abbraccio.
    Chi.

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  4. avevo tanto latte, niente ragadi, la bambina mangiava allegramente, ma io odiavo allattare. mi sentivo una mucca, mi rifiutavo di allattare in pubblico e quindi all'inizio ero sempre a casa (spesso in pianti!), mi era perfino venuta una dermatite da stress sul petto, e la notte sognavo che il latte mi andasse via. per amore di mia figlia ho continuato fino ai sei mesi e mezzo e poi ho detto basta e sono rinata a nuova vita.
    Ogni volta che dicevo la mia opinione a chiunque non fossero le mie amiche più strette venivo guardata come una madre degenere (il pediatra mi ha detto: signora, non vedo quale sia il problema, se la bambina piange e lei è in un bar, si spoglia - tieni conto che parliamo di FEBBRAIO - e la allatta, fregandosene degli sguardi altrui). quando poi vedevano che la allattavo a orari fissi e non "a richiesta" mi guardavano come una marziana (ma chi lo dice che un neonato piange solo per fame??? magari ha solo male al pancino e gonfiarlo di latte è peggio!!). non sarebbe stato meglio anche per la bambina avere una madre più serena? ognuno deve essere libero di fare ciò che si sente e che ritiene migliore. vale, questo è unodei tuoi post migliori. ale

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  5. Io non so cosa sia questo "Amico del bambino", se un'associazione o un ospedale, ma mi pare di capire che le madri le trattino davvero di pezza, rovinando loro (anche se è impossibile, per fortuna) le emozioni dei primi giorni da mamme.

    Con un po' di insistenza, forse avrebbero ceduto prima, ma non è comunque corretto che dei dottori che dovrebbero essere esperti, decidano cosa debba fare una donna, "torturandola".

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  6. grazie...
    leggo sempre, non commento mai, ma questa volta ti devo ringraziare...tra 6 mesi sarò mamma e per fortuna ho avuto la possibilità di leggere questo post prima! un abbraccio, cristina

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  7. Come SEMPRE sei una grande, tutto quello che dici e il come lo dici rende la mia opinione per te sempre più bella.
    Vorrei averti come amica se abitassi a roma.
    un abbraccio da Valeria, mamma di Vittoria, anni 2.
    Anche noi VV....

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  8. Ti capisco e ho sentito tante altre storie come la tua... E tutte capitate a donne ricoverate presso un ospedale, come l'hai chiamato tu, "amico del bambino" dove, se tutto va bene sono bravi, ma se solo c'è una complicazione... Va beh, non ti sto a dire i racconti dell'orrore che ho sentito!
    Se fosse capitato a me, altro che depressione post partum! Per fortuna nell'ospedale dove ho avuto Arianna sono meno "estremisti".
    Ciao

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  9. Ciao....ti leggo sempre ma non commento mai. Stavolta lo faccio perchè sono incinta di 34 settimane e mi piacerebbe sapere (se non è un problema) il nome dell'ospedale, visto che abito vicino a Firenze...così, per farmi un'idea. Gli ospedali in cui si caldeggia il parto naturale anzichè medicalizzato tendono sempre ad essere un po' "estremisti", ma qui mi sembra anche troppo! Non siamo tutte uguali e alle volte basterebbe seguire la persona che si ha davanti anzichè un protocollo per fare la scelta giusta.
    Ora ti saluto e torno nell'anonimato :-) ciao ciao, Grace

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  10. Mi fa piacere che abbiate accolto con piacere il mio racconto e che possa essere di aiuto a qualcuna.
    Io penso davvero che l'allattamento dovrebbe essere una scelta personale perchè se ci si trova a considerare un momento così intimo e importante come un peso o un disagio, perdiamo tutto il bello del legame che si può instaurare.
    Siamo donne e siamo mamme, la nostra scelta è sempre la migliore e la più giusta.

    @Grace: io ho partorito a Ponte a Niccheri e devo precisare che per quanto riguarda le ostetriche del reparto di ostetricia non ho proprio nulla di cui lamentarmi, sono state sensibili, gentili e carine... ma le ho frequentate solo 3 giorni, perchè poi son passata in pediatria e lì mi hanno considerato solo una mamma nutrice, quando invece ero ancora una paziente a tutti gli effetti!

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  11. Scusa se mi permetto, ma perchè sei andata in un ospedale "amico del bambino"?! Gli ospedali "amico del bambino" sono proprio quegli ospedali che aderiscono all'iniziativa per la promozione, la protezione ed il sostegno dell'allatamento materno! Rifiutando quindi latte artificiale, biberon e tettarelle e che applica i "dieci passi unicef-oms per l'allattamento al seno"! Per cui non è proprio il posto migliore dove andare se si hanno scarse possibilità o non si vuole allattare al seno!
    Silvia

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  12. Beh Silvia sono andata a partorire nell'ospedale più vicino a casa perchè se fossi andata altrove avrei dovuto fare molta più strada, con tutti i rischi del caso.
    Inoltre, io non ho scelto di non allattare e sulla carta non avevo nessun problema fisiologico che mi impedisse di farlo, come ho detto all'inizio auspicavo l'arrivo del latte.
    Avrei solo gradito un po' di buon senso (perchè qui non è nemmeno sensibilità) e magari potevano essere loro a farmi accettare l'idea di non avere latte invece di farmi pesare la cosa.
    Ripeto inoltre che non sono state le ostetriche a crearmi problemi, ma le infermiere e i medici di pediatria.

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  13. carissima, come mi ritrovo nelle tue parole!! ho avuto un'esperienza simile alla tua, ho partorito poco meno di 3 mesi fa, parto circa naturale, nel senso che mi son sorbita una ventosa, un'episiotomia e una kristeller (di cui non si fa menzione nel foglio di dimissioni e devo ancora ricevere la cartella clinica), in pratica lo hanno fatto nascere loro....il latte non è arrivato, sono partiti subito col biberon, al terzo giorno miracolosamente mi sono munta un pò di colostro ed ero entusiasta perchè pensavo che qualcosa si stesse smuovendo! ma il giorno dopo altra anestesia x risutura interna....e tutto si blocca, febbrone, antibiotici, quintali di ferro...un'agonia....mi sono fatta 8 giorni di ospedale, i peggiori 8 giorni della mia vita, l'unica cosa che mi aiutava era vedere quel pollicino nella culletta che però non potevo neanche prendere in braccio x via delle flebiti su entrambe le mani (non reggevo neanche una forchetta, figuriamoci un figlio), dovevo farmi aiutare in tutto e x tutto...tornata a casa ho provato ad attaccarlo, nella speranza di chi ha avuto il latte anche dopo una decina di giorni, ma niente....e allora mi sono messa l'anima in pace. mi hanno proposto il das....ne avevo già sentito parlare, ma ho gentilmente lanciato la persona che avevo davanti, sono contro l'accanimento dell'allattamento, niente latte, amen!! ho sfatato il mito che seno grande vuol dire tanto latte.......
    W il bibe!!!
    Erika :)

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  14. ciao!
    andando un po' a ritroso sul tuo blog ho trovato questo post.
    io sono mamma di due bimbi come ti ho scritto da qualche altra parte.
    quello che ho sperimentato sulla pelle e' che quando c'e' di mezzo la meternità il corpo delle donne acquista dimensioni troppo scomode e deve essere necessariamente martoriato, per avvilirne anche quello che c'e' dentro.
    le storie sono tante e diverse in proposito. la mia per dire e' di due parti naturali senza epidurale (contro la volonta' dell'ospedale nel primo caso, appoggiata dalla struttura nel secondo) e di un allattamento di 21 mesi e uno ancora in atto.
    ma la sensazione di inadeguatezza, la depressione e tanto altro che emrge tar le righe e' assimilabile.
    di fondo e' la mancanza di rispetto per la madre e la costante, volontaria e consapevole violenza verso il corpo delle donne.
    un abbraccio solidale

    caia -- caiacoconi.com

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