Aspettando il secondo compleanno di V.

ottobre 10, 2012

Ci pensavo domenica in macchina.
Tornavamo da Milano.
E pensavo alla prima volta che ho portato V. dai miei.
Era il 24.12.10. 2 mesi e 5 giorni.
Ha dormito dall'ingresso dell'autostrada di Firenze Sud, fino alla porta di casa: 3 h e 10 minuti secchi.
Mi sentivo in paradiso. Mi dicevo: allora si può fare!!
E poi non ha più dormito fino al giorno dopo alle 8 del mattino. Tipo 13 ore consecutive di veglia per lei e io ho fatto il giro della morte come quando andavo all'Atlantique... nemmeno avessi voluto vedere che faccia ha Babbo Natale!

E parlando di prime volte, chiedevo a mio marito quando si fosse sentito papà la prima volta.
Per quanto riguarda me ho un pugno di date... che fanno capire quanto essere mamma, significhi essere divisa, una e trina, superpotente o forse solo un po' schizoide.

1) La prima volta che ho detto forse sono una mamma, è stato quando mi sono accorta di avere 3 giorni di ritardo.
Me lo sono tenuta per me per 3 o 4 giorni.
Mi sono goduta una micro maternità in solitaria.
Ero da sola con il microbo e lo sapevamo solo noi. Ed ero sicura di essere incinta.
Da quell'istante ho iniziato ad aver cura di certe cose, ho iniziato a non mangiare certi cibi e a non fare certi sforzi.

2) Il 26 febbraio 2010. Il giorno del test di gravidanza.
Il bugiardino dice di aspettare un po', io non ho avuto il tempo di uscire dal bagno per portare l'attrezzo al cospetto di mio marito che già diceva: SEI INCINTISSIMA...
E quindi è iniziata l'avventura.

3) Il 27 maggio 2010 sono diventata mamma di una bambina. E quindi ho iniziato a pensare in rosa... cosa che in realtà facevo già da febbraio, ma non potevo dirlo perchè mio marito continuava a dirmi che ci sarei rimasta male...
In realtà ci è rimasto "male" lui che voleva un piccolo Xavier da portare a vedere l'inter.

4) Il 2 settembre 2010 sono diventata mamma di una Viola.
All'ASL, per gli ultimi esami del sangue, una signora mi ha chiesto a che punto fossi e se avessi scelto un nome e io ho detto senza pausa ed esitazione VIOLA.
Fino a quel momento dicevo che la rosa era composta da 4 nomi (Lavinia, Virginia, Viola e Olivia), ma in qul momento ho inconsciamente detto ad alta voce ciò che aveva già deciso il mio cuore.

5) Il 19 ottobre 2010 ho messo al mondo Viola, dopo esattamente 19 ore di travaglio e dolore infinito, diffuso, intenso e  interminabile.

6) Il 24 ottobre sono diventata davvero mamma di Viola.

Perchè la data dell'approdo di V su questa terra non coincide con il mio sentirmi mamma?
Perchè non è stato automatico.
Perchè è una cosa così pazzesca, così assurda che mi sentivo dissociata.
E mi sentivo in colpa da morire.
E ovviamente piangevo.
Come mi è capitato di dirvi altre volte, ho avuto un'esperienza un po' splatter e quindi non ero esattamente in gran forma.
La morfina mi ha aiutato a dormire la prima notte da mamma e la mattina mi sentivo confusa, ma soprattutto mi sentivo convalescente.
Il catetere, il taglio, la pressione a mille mila, i piedi gonfi, la stanchezza assurda mi facevano solo dire: oh mio Dio quanto sono a pezzi!

Viola non era con me inizialmente e non la sentivo con me.
Date le sue microdimensioni è stata portata in pediatria appena uscita dalla pancia.
Sana come un pesce, ma lillipuziana.
Io l'ho vista un minuto appena lavata e poi dopo tante ore.
Dovevo salire un piano per andare a trovarla per darle da mangiare.
Salivo con l'asta della flebo insieme a mia mamma... camminando come una lumaca e piegata in due.

Arrivavo su... l'attaccavo inutilmente al seno e poi le davo da mangiare con una siringa.
Poi stavo seduta su una poltrona con lei infilata dentro la camicia da notte.
Insieme ad altre mamme.
La guardavo, la accarezzavo, sentivo che c'era qualche cosa di speciale, ma era ancora inesploso.
Mi sentivo così stanca e così male che volevo solo stare a letto e quando l'infermiera la prima volta mi ha detto: la faccio chiamare alle 3 -di notte- per darle da mangiare?
Ho risposto secca: NO, sono attaccata all'holter e ho una terapia pressoria da seguire, NON POSSO.

Capite?
Io non potevo dar da mangiare a mia figlia.
E poi pensavo a quanto appena detto e iniziavo a piangere!
Non riuscivo a mettere lei prima di me.

Sono andata avanti così fino a quando mi hanno fatto stare in pediatria con lei.
Anche lì non è stato immediato.
Mi sentivo meno colpevole perchè ovviamente stavo con lei 24 ore al giorno, ma quel sacro fuoco non era ancora divampato ( e quindi oscillavo dal sentirmi un mostro, al fare le cose meccanicamente).

E' stata un'infermiera a farmi scattare.
Come vi raccontavo secoli fa, la procedura di allattamento era macchinosa, scomoda e frustrante.
Mi sono sentita dire di tutto (sempre con le lacrime agli occhi), ma io ero grande, avevo 35 anni e quindi potevo guardare in faccia queste infermiere e rispondere.
Quando una di loro si è messa a rimproverare Viola, dicendole : NON COSI', STAI GIOCANDO, NON STAI MANGIANDO, DEVI TIRARE, NON SUCCHIARE... Ecco allora ho sentito esplodere tutta la maternità del mondo.
Ho sentito rabbia per quella donna che non aveva comprensione per il mio scricciolino (io la vedevo così, ma lei magari faceva solo il suo lavoro) che faceva tanta fatica a nutrirsi e che non aveva pietà per me e le ho chiesto di farmi fare da sola perchè ero io la mamma e sapevo come fare.
In realtà non è che sapessi proprio come fare, ma me la sono cavata lo stesso... perchè alla fine le mamme fanno così!

Da quel preciso momento non mi sono mai più chiesta se fosse giusto mettere avanti lei, l'ho sempre fatto e basta.
Da quel momento è il mio primo pensiero al mattino e l'ultimo la sera.
Le mie giornate sono scandite da lei.
E, anche se delle volte mi chiedo E A ME QUANDO TOCCA?, so che non ce la farei comunque perchè lei è sempre e comunque prima di tutto!

Ci ho messo qualche giorno, ma quell'amore incondizionato e feroce è arrivato con una potenza incredibile.
Sono fortunate quelle mamme che lo sentono dal primo secondo e anche prima, ma se a qualcuna dovesse capitare di sentirsi come me, posso garantire che l'amore arriva... e quando arriva non ce ne è più per nessuno!!

7) Infine.
Il 7 gennaio 2011.
Sono finite le coliche e io sono diventata una mamma felice.
Ho iniziato a dormire quasi tutta la notte.
Lei stava nella sua culla e poi dopo un paio di mesi nel suo lettino, nella sua camera.
Un sogno.
Il 7 gennaio sono diventata una mamma felice e non una mamma zombie!

Viola corre sulla battigia. Dice al mare di stare fermo. Si rifiuta di togliere le ciabattine.

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20 commenti

  1. Quanto mi ci ritrovo in tutto quello che scirvi Vale! Io ho avuto una gravidanza bellissima e un parto semplice e abbastanza veloce. Avevo sempre immaginato che come l'avessi vista avrei iniziato a piangere, mi sarei sentita "così mamma", e invece. E invece quando me l'hanno messa in braccio non ho versato una lacrima, ero stranita, la guardavo e dicevo "Ma sei proprio tu allora? E adesso come facciamo?" Poi ho visto che aveva la fossetta sul mento come quella di mio marito e ho sorriso. Come dici tu, sentivo che c'era qualcosa di unico, speciale, ma era tutto così confuso. Ho cercato di allattarla, con accanimento, e inutilmente. Di latte io non ne avevo. E mi sentivo un mostro perchè al corso preparto ti dicono che TUTTE le donne hanno il latte, che bisogna solo insistere. E io arrivata a casa passavo il tempo con lei attaccata e quando non c'era lei, c'era il tiralatte, c'erano le tisane, e tutte quelle cose che dovrebbero favorire questa famosa montata lattea. Dopo ore ed ore dovevo darle il biberon e quella era per me ogni volta una sconfitta. Mi sentivo una mamma di serie b, mi sentivo in colpa perchè prima che nascesse non ero proprio una fan dell'allattamento naturale, e mi dicevo che era colpa mia se alla fine sto latte non era venuto. Ricordo molto bene la prima notte a casa, dopo che lei aveva pianto praticamente ininterrottamente fino al mattino. Ero seduta sul bordo del letto la cullavo e intanto pensavo "Rivoglio la mia vita". Poi si è addormentata, e io la guardavo ed era così piccola, così indifesa...Ed era mia. Lì mi sono sentita mamma davvero per la prima volta. La volta che ho iniziato ad essere una mamma completamwente felice è stato quando ho smesso di accanirmi ad allattarla e sono passata al biberon, e mi sono convinta che non era quello che faceva di me un mostro, liberandomi di quei preconcetti tranchant da corso preparto. Anna

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    1. Perche questi talebani del latte ci fanno sentire cosi inadeguate? Io ho vissuto esattamente la tua stessa esperienza e cosi vale e mille altre persone.... eppure i nostri figli non ci amano di meno per questo (anche se devo dire che in quei giorni bui del post partum io, che detesto mia madre, dicevo che era cosi perche non mi ha allattata e mia figlia finirà per odiare anche me......BALLE!)

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    2. purtroppo pero' si cade vittime di tanti fraintendimenti e di culture dominanti che deviano il senso vero delle cose.
      purtroppo non c'e' piu' la cultura del latte come qualcosa di naturale che in condizioni normali quasi tutte le donne hanno.
      il parto molto spesso e' qualcosa di indotto, gestito e medicalizzato, per non dire di quando e' proprio una violenza. come fa a innescarsi un allattamento naturale e felice? se una sta sotto un treno e non sa neanche perche. intorno gli dicono che e' andato tutto bene perche' mamma e bambino sono ancora vivi. si, ma lo eravamo anche prima vivi, prima che ci devastassero corpo e anima.
      ecco allora poi si prende un pezzo del discorso, si dice: il latte ce l'hanno tutte quindi zitta e allatta. eh no. il latte ce l'avrebbero (quasi) tutte in condizioni ideali, le quali non si verificano quasi mai.

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  2. ti leggo sempre e non commento mai vuoi per il tempo vuoi perchè la moda mi piace ma mi è economicamente inaccessibile. e quindi leggo e sogno e va bene così! ma questo post è fantastico! la mia piccola ha 9 mesi e mezzo. Ho avuto un parto molto sereno e veloce e un gran culo lo so.. mi sono sentita mamma da subito ma capisco benissimo cosa intendi. le coliche le notti insonni il tempo che si prosciuga. vivere di corsa. sai cosa mi piace di quello che hai scritto? che arriva dritto in pancia che diventare mamme non è una vocazione, una missione ma qualcosa che anche si impara che ti scatta dentro sì, ma con i tuoi tempi. che a volte siamo arrabbiate e frustrate. che il latte che va via, le coliche contro cui non sai che fare, i pianti incomprensibili ci sono eccome e pure la sensazione di essere inadatte. ma c'è qualcosa che se lo accetti ti fa superare tutto magari non "brillantemente" ma si supera. E non gli do un nome perchè non mi viene ma è quella roba lì, quella che hai descritto tu!!!

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  3. ciao vale
    che bel post! cosi vero. e' difficile mettersi cosi a nudo.
    io, lo sai, ho due bimbi e con ognuno e' stato differente, ma mi rendo conto che quello che provoca tutto questo dolore, questa fatica, tutto quello che rovina il sentire puro e incontaminato della maternita', e' il lavaggio del cervello che subiamo a livello sociale prima, durante e dopo.
    io sono veramente disgustata da quello che quotidianamente si fa contro la maternita', pur inconsciamente.
    ma e' cosi.
    le mamme sono potenti, c'e' la terra dentro di noi. e facciamo paura.
    per questo motivo e' veramente difficile lasciarci il timone.
    mi chiedo quanto in basso dobbiamo cadere per reagire.
    io la prima volta ero assolutamente incosciente e a digiuno ed e' stato un orrore.
    la seconda volta ero "preparata", ma a tante cose non sono riuscita a dire no.
    alla fine vincono sempre loro.
    io non avro' piu' figli, ma mi dispiace perche' lo vivo come una sconfitta. in un certo qual modo non e' una libera scelta e non e' una cosa bella.

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  4. Bello leggere questo posto.
    Sono mamma anche io di una Viola di 17 mesi.. e ho avuto il tuo stesso problema di gestosi, di post partum, di senso di inadeguatezza, di rifiuto ed impossibilità fisica e psicologica ad alzarmi dal letto alle tre di notte per tentare di allattare una creatura che non ne voleva sapere di essere allattata al seno. Le tue parole potrebbero benissimo essere le mie. E come te ho iniziao a sentirmi madre quando ho smesso di comportarmi e di fare le cose che gli altri si aspettavano che facessi. E da allora essere madre è una cosa meravigliosa. ciao.
    Chiara.

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  5. ECCO..ORA SONO QUI IN UFFICIO CHE PIANGO COME UNA SCEMA.... MI HAI FATTO COMMUOVERE...CHE DOLCEZZA...CHE AMORE IMMENSO...FEDE (QUELLA DI FB!)

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  6. Bellissimo post, mi hai fatta commuovere..
    ciao

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  7. dunque questo era il famoso post di cui parlavi ieri... non mi fa pensare per nulla che tu sia una madre pessima, mi fa pensare che tu sia una madre VERA, con pregi e difetti come chiunque altra. mi fa pensare che forse sono peggiore io, che avevo latte in abbondanza ma odiavo allattare, e per questo mi sentivo in colpa, e ti assicuro che nessuno - tranne i miei genitori e le mie amiche - faceva nulla per non farmici sentire.
    e sappi che tuttora, pur amando la mia bananina (<3) alla follia, ogni tanto mi domando dove sia finita la mia vita, e se me la riprenderò mai. e che per questo continuo a sentirmi ancora un pochino inadeguata, e mi chiedo se lo sarò mai.
    viola è una bimba fortunata!!
    ale

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  8. Adoro i tuoi post di moda, ma questo è davvero toccante. Non sai quanto mi ritrovo in quello che scrivi. Pur avendo avuto un parto rapido e non troppo doloroso, il pupo era in largo anticipo (35° settimana) e forse io non ero ancora pronta del tutto ad accoglierlo. Quando l'ho visto (piccolissimo ma in perfetta salute) non ho pianto - come avevo sempre pensato avrei fatto - nè si è subito instaurato quel legame immediato che avevo immaginato (o, meglio, che ti inducono ad immaginare ci sia fin dal primo istante). Insomma, quando Niccolò è nato mi sentivo molto meno mamma di quando lo portavo - solo io, tutto per me - nella pancia. Non ho voluto allattarlo subito (ufficialmente perchè macavano degli esami del sangue) e mi sentivo così svuotata che sono andata al nido a vederlo solo alcune ore dopo.
    Mamma davvero lo sono diventata nelle lunghe notti prima di allattamento con la siringa, che il Topo era così piccolo da non avere alcuna voglia di mangiare, e poi di coliche. Quando una notte, dopo aver tanto urlato, si è addormantato sereno dentro il bavero della mia vestaglia ho finalmente capito che eravamo lì l'uno per l'altra.
    Ora è una peste di quasi venti mesi, refrattario a baci e coccole e con un caratterino già assai deciso. Ogni tanto ripenso con tenerezza - verso di me e l'enorme inadeguatezza che sentivo - alle nostre notti sul divano e mi dico che è andato tutto bene così.
    Un abbraccio.
    Ilaria

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  9. Mamma mia vale quanto in comune ha la nostra esperienza..... L altro giorno ero in ospedale per il corso e rivedere la nursery con le ostetriche con cui passavo quei minuti interminabili alle 3 di notte quando provavo ad allattarla....e quando la tiravano fuori dal "solarium". Per fortuna il più delle volte erano loro a dire "non la svegliamo alle 3, si riposi" contando che stavo meglio in nursery visto che la mia compagna di stanza nn mi faceva dormire da quanto russava....
    Cmq... Stanotte ho sognato che dovevano mettermi il catetere....
    E ora... Dovrei lavarmi i capelli ma ovviamente lei come se lo sapesse non si riaddormenta! È qua che cinguetta.... E allora vado a mangiarmela di baci!

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  10. é un bellissimo post. anch'io sono una mammma. o almeno, mi sento tale. ho amato follemente quel piccolo miracolo per 12 settimane, poi se n'è andato. anzi, andata. perchè secondo me era una bambina.
    mi piace tanto la tua onestà. altre donne magari non avrebbero avuto il coraggio di parlare di quell'attaccamento arrivato forse un po' tardi...tu sì. e lo trovo bellissimo.
    ti abbraccio.
    f

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    1. Un abbraccio forte anche a te.
      Non è stato facile scrivere queste cose, ma ci sono riuscita perchè sono sicura dell'amore che provo per lei e quindi ho pensato che questa forza potrebbe aiutare chi magari ha qualche momento di sgomento.
      Lo sgomento, l'angoscia e l'inadeguatezza sono normali... ma non te lo dice nessuno!

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  11. Federica, certo che sei una mamma. Sono passata anche io attraverso quell'esperienza bruttissima e ora la mia ranocchia è di la che dorme beata. Non abbatterti e pensa che prestissimo arrivera' quel momento!

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  12. Ciao Vale, emergo dall'anonimato per dirti che allora il 19 ottobre è proprio un giorno speciale...nel mio caso 19 ottobre 2011....per me rottura delle membrane a 36+7 e induzione dopo 24 ore per assenza di travaglio, poi un cesareo d'urgenza e la bimba trasferita in un'altro ospedale...capisco il tuo smarrimento, il tuo sentirti estranea, l'ho provato anch'io...ho toccato la mia bambina dopo 5 giorni che non la vedevo, quasi non mi sembrava di essere stata neanche incinta...poi ci si conosce e ci si innamora...e le ostetriche per me sono state davvero importanti, io sono riuscita ad allattare grazie al loro supporto nonostante il cesareo e i 5 giorni di lontananza...perchè ti racconto tutto questo? Non lo so...forse volevo renderti partecipe del mio 19 ottobre. Auguri Viola :-)
    Ciao, Grace

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    1. Sono felice che il 19 ottobre sia una bella data anche per te.
      E sono felice dell'empatia scattata

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  13. Grazie per questo post. Mi ha fatto sentire meno sola.

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