sobrietà e moda
ottobre 03, 2012Editoriale di Lina Sotis su L'Officiel Italia - numero 1 |
Ho comprato questa rivista settimana scorsa e continuo a leggerne pezzettini, a spizzichi e bocconi, quando ho tempo.
Per il momento mi piace.
E' un taglio interessante, le foto sono belle (Viola è rimasta letteralmente ipnotizzata dalle grafiche di Kusama e non faceva che dire urlare divertita i colori dominanti) e chi scrive mi sembra capace.
Parla di moda e dice anche cose vecchie con sapore nuovo, ad esempio racconta di una Parigi divisa fra Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld e dei loro salotti movimentati da personalità forti e capaci di influenzare i due geni.
Forse parlare di sobrietà e di moda non è proprio facile.
Sembra quasi un ossimoro, ma credo che la spiegazione del direttore (editor in chief fa più fico) Carlo Mazzoni sia interessante: la sobrietà - questa è l'epoca della sobrietà. Sobrietà è il rigore per raggiungere la perfezione. Servono curiosità e ambizione, sane, per produrre sobrietà. (pag 58).
3 commenti
Uff, sai che la Bianchina mi aveva chiamato per fare il backstage del suo servizio? Ma ero sulle Dolomiti. Comunque a me piace, per ora. E poi un sacco di gente che conosco ha collaborato, tutta gente giovane, è un bel segnale!
RispondiEliminanon ho ancora avuto modo di acquistare questa rivista, ma circa la sobrietà in tempo di crisi... non so quanti gran sorrisi possa portare, in tutta sincerità.. poi immagino che l'autrice intendesse fare riferimento alla riscoperta dei valori e degli affetti, però... diciamo più che si tratterà (e si tratta già per molti) di sorriso molto tirato mentre si tira la cinghia...
RispondiEliminaLa sobrietà come atteggiamento credo proprio che preveda una riscoperta di valori e un ridimensionamento delle priorità.
EliminaLa moda forse aiuta a sorridere e non è il caso di vestirsi di nero e andar in giro con il cappio al collo.
Però forse Lina Sotis ha ragione a dire che dobbiamo tentare di domare il desiderio del superfluo e puntare all'essenziale... ma per sentirci meglio, più "leggeri" e più "semplici", non per sospirare su quello che non abbiamo.