Orgoglio e frustrazione di una forty something Serpeverde.

marzo 19, 2021

Iniziamo subito col dire che mia figlia mi ha somministrato due volte il test delle case di Harry Potter e sono uscita entrambe le volte Serpeverde.

Probabilmente in cuor mio l'ho sempre saputo, posso anche avere la tazza e il portachiavi Grifondoro, ma dentro sono una maledettissima Serpeverde.
Mia figlia (Grifondoro purissima) ha pensato di ingannare il test, facendomelo rifare e facendomi cambiare qualche risposta, ma niente siamo tornate lì. E ce ne stiamo facendo una ragione.
A differenza di Harry che ha desiderato così tanto essere Grifondoro che il cappello glielo ha concesso, malgrado avesse chiare tendenze Serpeverde, a me non è stata data questa chance.
Serpeverde mi aiuterà sulla via della grandezza e come tutti sappiamo il cappello sbaglia poche volte!




Quindi, tenendo conto di questa mia indole nascosta (ma non troppo), diamo il via al post del giorno.

Seguo su Instagram 397 profili: qualche amica (anche fra voi lettrici che vi siete palesate), molti brand, moltissimi disegnatori (probabilmente qui esce il mio complesso del disegno), qualche modella (ma sempre meno) e ovviamente parecchi influencer. 
Seguo pochissimi uomini perché uff che noia.
In uno dei miei momenti statistici ho fatto due conti e ho scoperto di seguire circa 60 donne italiane influenti (tolte le amiche che sono influenti per me, ma non per il resto della rete).
Ho fatto un ulteriore calcolo e quelle che sono mie coetanee o comunque si trovano nella loro quarantina sono 24.
Di queste 24 solo 6 hanno come unico mestiere il web.
Ma tutte e 24 usano il web con una certa misura e possiamo facilmente intendere che esistano ampie fette della loro vita che non mostrano.

Scendendo con l'età troviamo che moltissime hanno lasciato il loro lavoro perché ormai così note su Instagram da potersi permettere di farlo diventare un impiego a tempo pieno, il che comporta aggiornamenti costanti, sponsorizzazioni e partecipazioni ad eventi (quando c'erano gli eventi).
Questo implica anche che mostrino molto della loro vita (non tutto) e che il loro modo di influenzare vada a toccare più o meno tutti gli ambiti. Credo che si possano definire lifestyle influencer: in pratica vanno dai libri, ai trucchi, ai prodotti per capelli, al cibo, al delivery, ai gioielli etc... 

Tornando alle 24 signore forty something, hanno una professione che spesso esce dal web e usano il web per supportarla, penso a nomi grossi come Michela Murgia, oppure Claudia De Lillo o Francesca Senette che decisamente sono note al di fuori di Instagram e se domani Zuckeberg decidesse di far saltare tutto, loro continuerebbero ad essere note come prima.
La mia amica Michela (@casa_in_newyork) ha trovato il suo posto mostrando una competenza pazzesca nel reinventare vecchi mobili e nell'adattarli nella sua bellissima casa americana. E' riuscita a far diventare la sua passione un lavoro, ma per sua stessa ammissione, lavorare con Instagram richiede un impegno costante e fisso e lei ogni tanto ha bisogno di prendersi una pausa da tutta quella sovraesposizione (e dai commenti non sempre carini).
Le altre signore sono psicologhe (vedi Stefania Andreoli), scrittrici (come Enrica Tesio), imprenditrici (come l'Estetista Cinica) o creative (come  Luisa Bertoldo e Camilla Ronzullo).
Quello che quindi mi sento di dire è che la mia generazione non è pronta per mollare tutto e provare a mettere la sua vita in vetrina, quello che sceglie di mostrare è solo quello che sa fare.

E' qui che sta il gap generazionale?
Siamo capaci di mostrarci solo se ci riteniamo autorevoli?
Per quanto mi riguarda io apprezzo molto questa scelta, ma poi mi dico: l'influencer marketing (quello propriamente detto, a tutto tondo) è indirizzato anche a me?
Io sono nel target?
Lo ammetto, spesso non mi sento rappresentata e mi piacerebbe che qualcuna della mia età avesse il coraggio di fare quello che fanno le 30something (che sono le vere dominatrici del web).
Il salto generazionale si sente eccome, loro sono millenial e noi siamo generazione X e questo significa maneggiare il mezzo con una sicumera tutta diversa.
Io quando scrivo mi faccio le seguenti domande: lo ha già scritto qualcuno? Può interessare qualcuno? E' una cosa nuova oppure è super risaputa e io arrivo dopo l'ultima fessa? La cosa è interessante di per sé o mi devo impegnare per renderla interessante?
Loro non penso si facciano queste domande, perché parlano di libri usciti 5 anni fa, di una serie che io ho visto l'anno scorso e creano comunque la tendenza e le loro lettrici comprano esattamente quella cosa che per me era già data per assodata. 
Quindi il mio errore probabilmente è quello di pensare di non poter coinvolgere semplicemente dicendo la mia.
E ritorniamo dunque al discorso di autorevolezza: perché il mio parere su un libro dovrebbe generare la fame per quello stesso, quando il mio pensiero conta esattamente come il vostro?
Ecco, la millenial che si espone sui social non farebbe questo ragionamento, ma si autoinvestirebbe di quella autorità e  vi direbbe: ve lo consiglio, ne andrete matte, semplicemente perché lo dico io!

Poi un'altra questione spinosa riguarda come spesso ci guardano quelle che hanno dieci anni meno di noi.
Delle volte ci vedono proprio come dinosauri prossimi all'estinzione che vagano confusi non sapendo che un meteorite li colpirà o che un'inversione termica li coglierà impreparati.

Essendo io Serpeverde sono chiaramente un T-rex


Prima che la Ferragni (e tutte quelle come lei) rendesse figo essere mamme, ci guardavano anche con un filo di compassione, come se avessimo scelto di perderci il meglio della vita, come se meritassimo qualche alzata di sopracciglio segreta per segnalarci come inadatte.
Insomma delle volte siamo guardate come si guarda Carrado Augias che scrive un pezzo sul Corriere su una strana mail di Enel che gli chiede i dati non capendo che è un tentativo di phishing.
Eppure siamo abbastanza colte, informate, digitalizzate e abbiamo perfino un certo potere di acquisto e allora perché questo mondo non è sempre il nostro mondo? 
Ancora una volta mi chiedo se non sia io a seguire le persone sbagliate...




Settimana scorsa ho guardato Amici mentre stiravo (altissimo tasso di glamour) ed è apparso questo ragazzino carinissimo che Maria De Filippi ha chiamato Sangio e che è stato insignito di un disco d'oro a 18 anni appena compiuti. Io l'ho guardato bene e ho pensato: "diamine un piccolo Timothee Chalamet italiano! Mi piace".  Il secondo dopo ho pensato: "ma perché se hanno appena detto che ha compiuto 18 anni 2 mesi fa, non è a scuola??".
Capite il dualismo dell'anima? Capite perché sono Serpeverde, ma conservavo il desiderio di essere Grifondoro?

A noi "quaranta e qualcosa" succedono cose che forse ad una trentenne non succedono e che meriterebbero l'attenzione del mercato:
- ci svegliamo la mattina e abbiamo una piega sulla faccia. Attenzione non quella del cuscino, proprio un pezzo di faccia che si ripiega su se stessa e che ci vogliono 2 kg di crema occhi che piallare.
- dopo 40 giorni che non andiamo dal parrucchiere ci troviamo un buon centimetro di capelli grigi che non sono fighi come quelli di una certa editor di British Vogue, ma sono solo il segno del tempo che passa (sia dei 40 giorni, sia dei 40 anni precedenti).
- se abbiamo mangiato qualcosa di particolarmente saporito o pesante, lui torna a vendicarsi e ce lo troviamo tutto il giorno dopo, nella "bolsitudine" del nostro aspetto. Ritenzione idrica e sistema linfatico non sono più amici fra di loro.
- quando guardiamo certi abiti, ci capita di chiederci: ma non sarò ridicola? (Il più delle volte la risposta è NO, ma stiamo certe che questo pensiero disturbante è arrivato a fare capolino ).
- i nostri figli sono un segnale fortissimo del tempo che passa, non possiamo fare a meno di leggere la realtà attraverso di loro e il loro linguaggio.
- ci danno del lei praticamente tutti.

Quindi se qualche influencer quarantenne volesse mettersi di buzzo buono ad aiutarci ed ispirarci, io sarei subito una sua follower! Perché in fondo non avevamo detto che va normalizzato tutto?

Mi fermo perché non voglio fare quella che si piange addosso, anche perché, signore mie, ci sono anche un paio di vantaggi da non sottovalutare in questa brutta faccenda dell'età che avanza: IO SPESSO MI DICO CHE NON DEVO PIU' DIMOSTRARE A NESSUNO DI ESSERE INTELLIGENTE e NON SOFFRO DI QUELLA CHE GLI ESPERTI HANNO CHIAMATO FOMO (FEAR OF MISSING OUT). 
Mi perdo qualcosa oggi? Beh c'è anche domani e se quello che ho perso oggi non arriva a domani, forse non lo meritava!
E poi dai, ho fatto il classico e partorito con un cesareo d'urgenza dopo 19 ore di travaglio, praticamente non esiste niente che io non possa fare, è tutto in discesa!








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