29 ottobre
ottobre 29, 2025Quando sento un milanese parlare mi chiedo: ma anche io sono così? Anche la mia voce suona così? Anche io dico parole che si capiscono solo dentro la circonvallazione interna della città ?
Ho ascoltato una divertente intervista di Jake la Furia e mi sono ritrovata a pensare che SBATTELLA qui a Firenze non lo usa nessuno e probabilmente se fossi rimasta a Milano io lo avrei detto (o forse no, per raggiunti limiti di etĆ ).
Probabilmente l' assoluta prevalenza degli influencer milanesi sul resto del Paese rende la nostra parlata la più diffusa sui social, ma ce ne sono alcuni che perfino io trovo irritanti, per quanto è marcato lo stilema.
(Non parliamo poi delle imitazioni o di chi lo fa per sentirsi autoctono, perché non c'è proprio bisogno di esportare e perpetrare ulteriormente).
Non ĆØ detto comunque che il mio modo di parlare sia cambiato in meglio, perchĆØ delle volte mi sembra di parlare una roba bastarda e confusionaria: apro quello che va chiuso e viceversa.
Aggiungo che questo mio casino ĆØ anche un po' contagioso... ogni tanto anche mia figlia, indigena della culla del Rinascimento, ci casca.
Lei pronuncia il numero 10 come lo faccio io, oppure se deve dire che va nella SEDE centrale della scuola, lo fa come lo diciamo noi F205: tutto bello chiuso. Mio marito la corregge. Ma lei continua a cascarci.
In macchina l'altro giorno passavano una canzone di Giorgia, per mio marito era una canzone di Giórgia per me di Giòrgia. Due persone diverse.
Avete ascoltato la canzone di RKOMI "Il ritmo delle cose"?
Rispondo io: sicuramente vi ĆØ capitato, anche senza volerlo.
A me è stata proposta anche da Spotify l'altro giorno sulla base del mio algoritmo (che non rivelerò mai a nessuno) e non so perché oltre a sentirla mi sono messa proprio ad ascoltare le parole.
Mi son detta: bella Mirko, hai detto delle cose intense! Poi però... le ha dette con quell'accento lì, un po' da cartone animato e non riesco a non pensare che se cantate da qualcuno con un accento e un tono diverso avrebbero avuto tutto un altro impatto! Probabilmente sbaglio a pensarlo perché la sua arte esprime il suo modo di essere e non la giusta dizione, per cui se è un po' spurio va bene così, ma c'è qualcosa che mi turba un po'.
Tempo fa all'Esselunga ho chiesto trĆØ bocconcini di grano duro.
La commessa me ne stava mettendo sèi. Io ho ribadito: "no guardi che ne vorrei trè" e lei : "allora si dice tré".
Possibile che non avesse capito? O più probabile che mi volesse insegnare a parlare?
Ho incassato e dalla volta dopo ne ho sempre presi quattro oppure due, nel caso fossero avanzati dai quattro del giorno prima.
Se devo dire tré io mi devo impegnare, ci devo pensare, non è per niente automatico.
Da un po' di tempo seguo su Instagram "Diciamo bene" e ammetto che la maggior parte delle parole del giorno che insegna a pronunciare io le sbaglio. Però ci provo, delle volte faccio così confusione che penso: allora io direi così, quindi sarà il contrario... e invece era giusto!
Ma non ĆØ che ci hanno installato le vocali al contrario?

0 commenti