Posso smettere di giudicare?
novembre 12, 2021Gli spunti di questa settimana mi vengono dal discorso di Cristina Fogazzi all'evento di Intimissimi, dal breakdown di Bella Hadid e da un commento che ha ricevuto Stefania Andreoli proprio ieri.
Parto dalla fine perché è più facile, visto che si tratta di una psicoterapeuta che ha già dato una spiegazione.
La dottoressa stava facendo un video e, tenendo il telefono in un certo modo, si è vista strabica perché non sapeva dove guardare.
Poco dopo le è arrivato un commento che diceva che dire di sembrare strabica, poteva urtare i sentimenti di qualcuno.
Lei ha risposto: ma perché scusi, per me non è un insulto, semplicemente non lo sono. (...) E' lo stesso se avessi detto "sembro alta", non lo sono.
Ecco che la chiave di tutto sono le intenzioni. Anche dire "alta" ad una persona che soffre per esserlo troppo, potrebbe suonare come un insulto, quindi se l'intenzione è pulita non ha senso accusare qualcuno di urtare i sentimenti altrui.
Sono dati di fatto: ho gli occhi divergenti (o convergenti), dunque sono strabica; sono alta 1.85 dunque sono alta.
Se faccio diventare una persona strabica, solo una persona strabica, allora sto sbagliando tutto, perché noi non siamo una sola cosa, non abbiamo solo una caratteristica che ci definisce. Siamo anche altro rispetto al nostro corpo.
Però è difficile amiche mie!
E qui mi ricollego alla Fogazzi che dice che dobbiamo smetterla di occuparci del corpo (e se lo dice lei), ma di concentrarci sul messaggio. Se ascoltando il suo intervento mi concentro sulle braccia o sulle scarpe, al solo scopo di criticare, allora c'è qualcosa che non va.
La cosa che mi dispiace di più è che questo atteggiamento lo abbiamo in primis noi donne. Noi siamo le peggiori critiche di noi stesse e delle altre e abbiamo un innato talento a sapere dove picchiare per fare più male (perché è lo stesso punto che fa più male a noi).
Ma possiamo cambiare? Non lo so.
Io personalmente cerco di sforzarmi di non esprimere giudizi sul corpo altrui, ma questo non significa che il mio cervello quel giudizio non lo produca comunque. Ok, ho capito che non si fa, ho capito che non mi devo permettere, ma come faccio a non partorirlo proprio??
E qui faccio un passo indietro e torno proprio alla Cinica e a Venezia.
Con la mia amica Barbara abbiamo parlato per ore di questa cosa e non so se ne siamo venute a capo.
Cristina ha indossato diversi abiti, tutti estremamente belli, tutti particolari e tutti che le appartenevano molto.
Io però ho pensato che IO non avrei mai indossato quello rosa con le piume. Barbara giustamente mi ha fatto notare che io sono io e lei è lei.
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Barbara che mi insegna la vita |
Cristina Fogazzi aveva ragioni profondissime per indossare quell'abito, ma anche se si fosse accontentata della più superficiale cioè: MI PIACE, avrebbe comunque fatto bene.
Ma io non discutevo sul fatto che avesse fatto bene o male: se la sentiva, le piaceva, non vedo la necessità di altre ragioni per metterselo, ma qualcosa mi risuonava in testa (facendomi sentire anche in colpa) perché ho pensato che probabilmente quello celeste indossato il giorno dopo le stava una favola e perché allora non scegliere di essere sempre una favola??
E ancora una volta la mia amica mi ha riportato alla ragione dicendomi: è una favola PER TE!
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Barbara stufa di insegnarmi la vita |
Non posso pensare che tutti ragionino secondo i miei parametri di gusto (ah no??).
Ma allora non esiste nessun criterio di oggettività, non esiste qualcosa che è MEGLIO DI NO?
Cosa stiamo qui a fare armocromia e body shape per scoprire cosa ci valorizza se poi vale tutto?? Lo scopo non è quello di essere la miglior versione di noi stesse?
Forse no... forse lo scopo è quello di stare bene nei nostri vestiti ed essere felici, a prescindere. Migliore poi per chi??
Sempre in quella conversazione ho raccontato di aver visto una ragazzina sui 16 anni, in centro, con degli shorts cortissimi (era settembre) e con il pizzo proprio giro chiappa. La prima cosa che ho pensato (vedendola camminare davanti a me era piuttosto difficile non notarla) era che non aveva la fisicità per indossarli (primo senso di colpa perché il corpo non si giudica) e poi che sarebbe stata sicuramente meglio con un modello un pochino più lungo, innescando il secondo senso di colpa perché chi cavolo mi credo di essere, la polizia della moda??
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Barbara definitamente piena di sentirmi vaneggiare |
E qui torno alla domanda di prima: come faccio a non pensare certe cose? Che lavoro su me stessa devo fare? Ok, non le ho picchiato sulla spalla e non le ho detto che stava malissimo, ma il mio pensiero era comunque un brutto pensiero e lei era solo una ragazzina.
Non è che abbiamo sperimentato talmente tanto la cultura del giudizio (subìto ed espresso -anche autoespresso-) che non è più possibile estirparla? Possiamo abbatterla a colpi di educazione o ci vuole qualcosa di più?
Questo atteggiamento non è una cosa nuova da social, non è da millenials o Gen Z (anzi forse loro sono molto più bravi di noi in questo senso, se ne fregano molto di più e mi fanno ben sperare), non è stato partorito ieri come un tormentone su Tiktok, lo abbiamo da sempre e la dimostrazione è proprio il mio pensiero spontaneo su una persona per strada: non era una foto bidimensionale, ma una persona vera, ma questo non ha fermato il mio cervello.
Forse i social ci hanno semplicemente dato una possibilità in più di dire sempre la nostra senza filtri e senza educazione perché c'è lo schermo che ci protegge.
Ma poi perché il giudizio deve essere sempre negativo?
Vado a leggere la definizione:formulare dentro di sé, o esprimere, un giudizio di valore, di merito, di approvazione o di biasimo su persone o cose (anche in questa accezione è spesso usato assol.).
Anche se si può giudicare in modo positivo, alla fine quando si pensa alla parola giudizio in assoluto si pensa al biasimo, è ormai nell'uso.
L'esercizio che sto cercando di fare è quello di far prevalere i giudizi positivi; perché per strada io mi trovo anche a pensare che ci siano persone veramente fighe e quando queste persone ho la fortuna di conoscerle, se posso, io glielo dico che sono fighe! Se un'amica ha qualcosa di bello o dice qualcosa di geniale, io non esito a fare un complimento.
Forse per me al momento è l'unica cura, partorire sì giudizi, ma non da brutta persona.
Concludo questo post un po' pesantello (grazie di essere arrivate qui e spero che abbiate voglia di dire la vostra, senza lasciarmi da sola a pensare di essere una brutta persona perché giudico gli altri) con quello che ha dichiarato Bella Hadid mostrandosi in lacrime: Questa sono io praticamente ogni giorno, ogni notte da qualche anno ormai, i social non sono reali. A tutti quelli che stanno lottando, ricordatevelo. (non vi metto la foto perché non mi piace usare un'immagine di dolore)
E' stata giudicata la donna più bella del mondo ed è devastata dalla depressione, questo ci può aiutare a capire che il corpo non è tutto??
E' stata giudicata la donna più bella del mondo ed è devastata dalla depressione, questo ci può aiutare a capire che il corpo non è tutto??
1 commenti
Ciao Vale, tema molto interessante. Penso che il giudizio sia radicato nella nostra natura di esseri umani e che sia molto difficile mettere in pratica una sorta di pensiero neutro o solo positivo. E' vero anche, come dice la tua amica, che il nostro punto di vista è soggettivo e non vuol dire che sia necessariamente il migliore. Io sono molto timida e non sono solita dare voce a quei pensieri, che ogni tanto balenano nella mia mente, proprio come è successo a te. Oggi giorno è sempre più complicato esprimere un giudizio o anche solo un pensiero, si rischia di urtare i sentimenti altrui...il confine sta nel modo in cui lo espriamo secondo me.
RispondiEliminaUn abbraccio
ps. adoro il tuo blog :)