If you wannabe my lover, you gotta get with my friends
marzo 25, 2022Buon venerdì, le notizie sono ancora fosche e inizio a domandarmi quando finirà questa situazione, perchè io sto finendo i sentimenti e poi non so bene come farò.
Tornando a settimana scorsa, vi ringrazio dei riscontri che mi avete lasciato, siete state molto carine e preziose e al momento il sondaggio vede un 100% di sì alla possibilità di lasciare un feedback immediato al post (magari lo pubblico settimana prossima). Grazie di volerci comunque essere.
L'argomento di oggi riguarda Chanel e come voglia essere sempre più irraggiungibile.
Parlerò di cifre folli, di cali di vendite in momenti di crisi, ma come ogni volta mi auguro che venga capito il tono, che vuole sempre rispettare tutte le situazioni economiche e le crisi di ognuno.
Negli ultimi due anni mi sono trovata parecchie volte ad indignarmi per gli aumenti delle borse di Chanel e spesso ve l'ho anche comunicato. Se non l'ho comunicato a voi, ho scritto alla mia amica Lucia e insieme abbiamo commentato come la cosa sia sfuggita di mano, secondo me ai limiti della legalità.
Non sono aumenti impercettibili, sono percentuali importanti che non possono non far riflettere sulla questione. Si passa tranquillamente dal potersi permettere una cosa, a non potersela permettere più. Senza se e senza ma.
Mi sono informata e pare che le ragioni siano 2, oppure una sola, ma collegata ad una conseguenza fatale: CHANEL VUOLE ESSERE HERMES.
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Sarà stata una scelta strategica anche quella di cavalcare il gusto equestre tipico di Hermes? |
La ragione principale è di natura economica, pare infatti che Chanel abbia avuto un calo notevole degli utili durante la pandemia, anche perchè (tolto beauty e occhiali da sole) non ha un e-commerce (siamo nel 2022, qualcuno ha avvisato Chanel??).
Anche Hermes ha avuto cali, ma la percentuale è intorno al 6% (mentre quella di Chanel è del 18%), che poi immagino abbia colmato immediatamente il giorno in cui i negozi si sono riaperti.Se invece pensiamo alla ragione di "immagine" dobbiamo aggiungere che Chanel patisce da sempre il complesso di inferiorità nei confronti dei signori che hanno reso cool pure l'arancione e quindi ha aggiunto una strana clausola che non aveva mai contemplato: il limite di acquisto.
La scarsità artificiale è una TATTICA che a volte viene utilizzata dalle aziende per far sembrare che un oggetto sia prodotto artigianalmente solo in piccoli quantitativi, quando in realtà ne potrebbero fare molti di più e accontentare tutti (e vendere di più e guadagnare di più).
Ed ecco che quindi:
- iniziano le liste di attesa.
- i rivenditori (cioè coloro che sono riusciti ad accaparrarselo per conoscenze o per aver scalato la lista d'attesa in men che non si dica) aumentano il prezzo per la sacra legge della domanda e dell'offerta.
- un prodotto che diventa introvabile, diventa anche super desiderato e sinonimo di qualcosa CHE VOGLIAMO A TUTTI I COSTI.
Ma se per Hermes è sempre stato così e abbiamo visto in mille video come si cuce una Kelly a mano, motivo per il quale di Kelly ce ne sono di meno, visto che banalmente ci mettono di più a farle, per Chanel è proprio una novità.
Chanel ha messo il limite di acquisto ad UNA borsa l'anno (ma solo per quello che riguarda Classic Flap, 2.55 e Coco handle) e pare che a New York se ne possa comprare solo una alla volta, ma si debba aspettare almeno due mesi per comprarne un'altra, ma di diverso modello.
Ma Chanel ha la qualità e l'allure di Hermes? Io non lo so perchè ho toccato una Kelly solo una volta, ma non è che prendendo questa strada non sembri un po' WANNABE, invece di sembrare più chic?
Vi dico onestamente che questo fatto di non voler essere mainstream, quindi popolari (in senso positivo e non nel senso di dozzinali) non mi piace e credo che sia eticamente scorretto. È come se non volessero essere rappresentati da troppe persone e soprattutto da persone NON SCELTE.Non è un concetto vecchio e soprattutto razzista quello dell'ELITE?
Una cosa non disponibile PER TUTTI sulla carta è una cosa SBAGLIATA.
Se mi vogliono vendere il sogno, lo stanno facendo male.
In merito a questo discorso avete fatto caso come tutte le influencer abbiano virato il loro parco borse verso Hermes? Oh, saranno pure introvabili, ma tutte hanno una Kelly o una Birkin, o entrambe o più di una (lasciando fuori dalla competizione Chiara Ferragni che gioca proprio in un altro campionato). Anche in questo caso, ho avuto la netta impressione (ma magari sono io che ho l'occhio portato a vedere il marcio - cosa non vera in assoluto, ma forse in questo campo un po' sì-) che alle persone che si mostrano su Instagram per lavoro (lavoro legato all'immagine ovviamente), non piaccia essere accessibili, che debbano per forza avere cose che non tutti si possano permettere, in modo da creare una strana ammirazione, basata su quello che hanno e non su quello che sono.
Con questo non dico che facciano tutte così o che la mia percezione sia corretta, ma è che come se Hermes fosse un punto di approdo, però nessuna MAI racconti il suo viaggio per arrivarci, perchè così rimane un alone di mistero e siamo portate a mantenere alto il nostro grado di ammirazione e a pensare che quella borsa sia sempre stata al loro braccio, dove merita di stare.
Quindi se un giorno io dovessi mai arrivare ad avere una Kelly o una borsa di Hermes, sappiate che sarà un' enorme soddisfazione che racconterò nei dettagli, in 10 post a puntate.
Io vorrei anche rimanere un attimo coi piedi per terra e ricordare al mondo intero un'ovvietà, cioè che una bella borsa non fa una bella persona; quindi io ammiro la tua borsa (nel senso etimologico di GUARDARE CON MERAVIGLIA), ma non è necessariamente che, per proprietà transitiva, io ammiri te. Una borsa dice molto di una persona, lo fa per come la scegliamo, come la teniamo, cosa ci mettiamo dentro, ma anche per come le lasciamo il potere di rappresentarci.
Sono qui da 15 anni a parlare di borse e per me sono un oggetto favoloso (è anche inutile che ve lo dica), ma non vorrei mai che qualcuno pensasse che io sono la mia borsa e che lei parli per me. Può dire qualcosa, ma come lo possono dire i miei capelli, o le mie scarpe o le mie mani. Queste sono forse le prime cose che si notano, ma non devono essere le uniche.
Concludo in leggerezza questo post dicendovi che nell'ultima sfilata di Hermes io ho notato lei e mi piace tantissimo:
È una Kelly disordinata, perchè ha tutti i dettagli scompaginati, ma la classe rimane invariata.
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però anche la tracolla mi piace lo stesso... molto nel mio stile! |
Alcune informazioni scritte in questo post arrivano da qui e da qui, se volete approfondire.
5 commenti
A mio parere cercano di puntare sull'effetto "wannabe" (vecchio come il cucco) per stimolare la vendita di prodotti come occhiali e beauty .... della serie non posso avere le loro borsette però posso permettermi un occhiale, un rossetto ecc...insomma un pezzettino del sogno....credo che per moltibrand del lusso una parte prevalente di fatturato derivi proprio dagli accessori "più accessibili" (a parte Hermes dove tutto costa un rene).
RispondiEliminaTempo fa volevo fare un regalino ad una mia amica e avevo pensato ad un rossetto di Hermes... beh 65€! Diciamo che la tua affermazione "tutto costa un rene" è piuttosto accurata. Probabilmente le cose più accessibili permettono di produrre quelle più costose e questo vale anche per gli altri brand. Non è una novità che il brand Valentino sia riuscito a svoltare, nel momento in cui scarpe e borse hanno iniziato ad essere la parte più rilevante del mercato.
EliminaCiao Valentina, sono l'anonima della scorsa settimana, lettrice solitamente silenziosa e...incompetente! Sa te incoraggiata dico la mia sulle borse Chanel: sono bellissime, almeno dalle foto. Pur piacendomi molto non sono mai entrata in negozio a vederle da vicino, non potendo e neppure volendo spendere quelle cifre! Capisco prezzi molto elevati ma quelli di Chanel sono a mio modo di vedere fuori dal mondo e del tutto sganciati dal valore reale degli oggetti in sè, pur bellissimi. Sempre di borse stiamo parlando! Io personalmente sarò cheap ma mi trovo benissimo con una borsetta a tracolla nera della Longchamp, modello brioche. Ha tutte le caratteristiche che mi piacciono della classica tracolla Chanel: la catena regolabile, la pelle matelassè, la chiusura a calamita con una fibbia particolare e quell'aria francese che non guasta. L'assenza di loghi molto evidenti a mio parere è
RispondiEliminaun ulteriore pregio. Della serie: chi si contenta gode!
Elinor
Ciao! Grazie per aver voluto ancora condividere con me il tuo pensiero.
EliminaSe pensiamo ad una borsa che costa ormai più di 8500€ siamo decisamente scollati dalla realtà, perchè l'oggetto in sé non potrai mai davvero valerli. Ma qui siamo oltre la realtà e probabilmente la borsa non è mai solo una borsa , forse è un'esperienza, un sogno, un obiettivo o comunque qualcosa di non calcolabile, il punto è che quando arrivi lì, sulla soglia per afferrarlo, spostano l'asticella un po' più in là e poi ancora più in là e questo è assurdo perchè sembra quasi che vogliano vendere solo a chi le ha già e non a chi semplicemente le desidera. La tua Brioche è una borsa molto interessante, perchè se nel gusto può richiamare Chanel, nella realtà si tratta di una personalità molto diversa. A me Longchamp piace molto, dalle Pliage alle borse più impegnative. Ottima scelta!
Sono orgogliosa della tua approvazione, in fatto di borse sei un'autorità!
EliminaElinor