di polemiche e vintage, ma anche di altro

aprile 08, 2022

In questi giorni sono un po' scarica, mi piaccio poco e sono poco invogliata a fare di meglio.
Probabilmente sto accusando un po' la situazione esterna e ogni problema mi sembra l'ennesima prova da affrontare. Vorrei proprio sentire leggerezza e spensieratezza, poi penso anche a chi vive davvero immerso nei problemi (quelli enormi) e mi sento in colpa e quindi di nuovo le mie energie si scaricano e  non mi ricarico più. Il punto è che le risorse stavano già a zero prima di questo dramma internazionale, ora raschiano il barile.

Ora parto e non vi annoio oltre.

1) Adesso io lo scrivo qui perchè sono stufissima di questa tendenza e spero finisca in fretta perchè non ne posso più: LE GIACCHE OVERSIZE.
Io ho un rapporto complicato con le giacche perchè ho un rapporto complicato con le mie proporzioni. Non ci ho fatto pace, per cui il mio occhio cade sempre lì. Io ho le spalle minuscole e un seno importante (in realtà non enorme, ma sulla mia struttura lo sembra o ancora meglio MI sembra), quindi le giacche o mi calano sulla spalla, o non si chiudono. E a me non interessa che magari non le devo chiudere, io devo sapere che è della mia misura e che quindi, se voglio, la posso chiudere.

Potrebbe essere a buon diritto uno dei miei capi preferiti, ma a meno di non spendere una fortuna e farmelo fare su misura credo che sarà difficile trovare qualcosa che mi stia davvero a pennello come dico io.
È stato sdoganato il concetto di NON STARE a pennello, quindi vale tutto, ma io non ci riesco. Quando in giro vedo una giacca che sta bene addosso, sono proprio estasiata, quando vedo Justin Bibier ai Grammy, mi prende lo sconforto.


Lo so che è una specie di costume di scena, lo so che è un messaggio o non un abito, ma io non riesco a vederlo e leggerlo questo messaggio!

Va di moda l'oversize da un tempo infinito ormai e va di moda infilare il blazer enorme sopra la tuta, oppure con dei top microscopici che credo vogliano creare equilibrio. Mi piace questa cosa? Assolutamente no. Sono vecchia? Certo! E mi prendo il vantaggio di poter vaneggiare su questa cosa come gli anziani sul bus che si lamentano degli zainetti troppo ingombranti dei liceali.

C'è da dire che forse dovremmo parlare in modo più preciso del concetto di oversize che secondo me è un concetto non facile come si crede. 

Vi spiego come la vedo io, che non è detto che sia come va vista. 

Se il termine taglia è tradotto SIZE, allora oversize significa che è più grande della propria taglia, 
ma non significa che se sono una M devo comprare una L, significa che quel modello è tagliato in quel modo e che quindi io prenderò la mia taglia abituale e il capo mi vestirà come deve, cioè in modo più rilassato, quasi da sembrare una taglia in più.
Per concludere,se dovessi prendere una taglia in più, allora a quel punto addosso sembrerebbero 2 taglie in più e non 1!

Esempio pratico di giacca che sul sito viene definita OVERSIZE:

Blaze (1308€)

È forse di una bellezza incredibile? Cade forse in maniera perfetta e non sembra quella che tua cugina che è più alta di te e ha un paio di taglie in più di te ti ha passato perchè non le piace più?

Mi rispondo da sola: sì, è perfetta!

Ecco come dovrebbe funzionare per me questo OVERSIZE, deve essere semplicemente COMODO, non aderente al corpo e non troppo giusto.
Quando ho comprato i miei svariati boyfriend jeans, non ho comprato jeans di una taglia in più, ho comprato un preciso modello, della mia taglia (nel caso di Current/Elliott, addirittura di 2 taglie meno della mia).
Capisco che parliamo di tendenze diverse, ma noi viviamo nella vita reale e non sul set di Instagram per cui, cerchiamo di vedere le cose per quelle che sono, per favore.

Queste due giacche funzionano bene:



Queste per me no: 




Io vedo la spalla che cala e la manica che tocca le dita e mi viene proprio il nervoso.
Per tagliare la testa al toro, ammetto che è mia responsabilità, non lo capisco io, non è per niente il mio!

Uso un'espressione inglese che trovo molto carina e che non ha un equivalente in italiano: this is not my cup of tea!

2) Quest'anno poi, se non si fosse capito da tutte le vetrine di ogni città e di ogni centro commerciale, vanno molto i completi colorati, molto colorati.

Tutto ceruleo, tutto verde bosco, tutto fucsia. Colori pienissimi, praticamente senza sfumatura. Ma nessuno però ha avvisato gli avventori che non è così facile come sembra.

Io ho paura di dire una cosa un po' impopolare, ma sembrano tutti completi molto cheap (e quando ricorro all'inglese, è perchè non riesco a trovare una parola italiana che sposi perfettamente il concetto).

È come se tutto quel colore svelasse subito un prodotto non di altissima qualità, come se la nuance un po' banale e buttata lì su un manichino, svelasse poi tutte le imprecisioni del taglio e un materiale povero. In pratica ho idea che se il prodotto è di ottima qualità si noti subito, ma se non lo è, si noti ancora di più che su un banalissimo blu.


Questo a occhio è stupendo, con le giuste proporzioni fra pantaloni e lunghezza della giacca (che guarda caso è un po'  oversize, senza essere grottesca).


Questo lo stesso (anche perchè questo verde non è per niente banale), ma questo sotto invece mi fa dire no:


E questo verde ancora meno, sia per il taglio, sia per il tono di verde.


Eccerto Valentina, il primo blazer costa 2400€ e quello blu costa 49.95€, sono bravi tutti a dire che è più bello il primo. 

Ma se tante volte la versione low cost può far togliere lo sfizio e se ben abbinata può funzionare, in questo caso secondo me no. C'è qualcosa che stona e che allarga il divario in modo imbarazzante, soprattutto se si opta per il completo intero.

Questa la descrizione della prima giacca:





 Monopetto 
- Chiusura frontale con bottoni 
- Double Compact Drill (99% Lana Vergine; 1% Seta) 
- Fodera in Crepe de Chine (100% Seta) 





Quella blu è semplicemente 100% poliestere, dentro e fuori.

So che 2400€ sono troppi (io non li spenderei mai), ma la composizione e la fattura sono palesemente di altissima qualità. Investirli per una giacca fucsia sarebbe decisamente azzardato, ma in qualche modo ne capisco il senso. Io uso ancora la giacca -nera- della laurea di Armani che risale ad una ventina di anni fa, quindi credo di aver ammortizzato il cost per wear (cosa che non mi capiterebbe con questo colore).

Ovviamente fra 2400 e 49 esiste un mondo intero, basta guardare i vari Max&Co o Marella che propongono questa tendenza a prezzi meno folli, i materiali non sono perfetti, ma hanno tagli meno banali e una vestibilità che torna meglio addosso.

Marella

Possiamo dire ufficialmente che Valentino quest'anno ha fatto il botto, ma non so se ci abba fatto del bene.

3) Il punto 2 non vuole minimamente condannare il fast fashion o chi lo compra, anzi, voglio solo invitare a scegliere bene cosa comprare nel fast fashion perchè l'impatto che ha lo sappiamo tutte e se per di più l'effetto che otteniamo non è lontanamente comparabile a quello che abbiamo in mente , significa che è sano e saggio lasciar perdere.

A proposito di questo, ho letto una polemica super accesa su twitter sul vintage contrapposto al fast fashion.

I toni di twitter non sono mai pacati, è un po' il social della gente che sta in cattedra, per cui le posizioni erano 2 e nette e ve le riassumo:

PRO:

- economia circolare e sostenibile
- si trovano perle rare a prezzi pazzeschi
- si trovano pezzi unici, che non ha nessun altro
- i materiali erano migliori negli anni passati, quando non c'era la sovrapproduzione del fast fashion
- non si è complici del disastro sociale e ambientale che causa il fast fashion

CONTRO


- puzza (sì qualcuna ha detto così)
- vintage spesso vuol solo dire vecchio
- non si trova in tutte le città 
- non si trovano tutte le taglie, soprattutto per corpi non conformi alle misure canoniche
- i negozianti dei vintage si sono fatti furbi e i prezzi hanno iniziato a lievitare
- a parità di prezzo, lo compro nuovo

Posso dire che da entrambe le parti ci sono delle verità oppure è troppo paracula la mia posizione?

Vi aggiungo anche la mia esperienza personale: non sono capace di scegliere (ma mi è venuto il dubbio che valga in generale, non solo per il vintage).
Ho cose vintage?
Oltre alle mie cose vecchie (sopravvissute ai mille decluttering e che quindi per età entrano nella categoria) ho una camicia Ralph Lauren trovata ad un mercatino a 5€ (e ho venduto quella comprata in negozio perchè mi piaceva di più quella), un paio di 501 (di cui vi avevo parlato tempo fa e che hanno segnato la mia prima visita ad un vintage a Firenze) e un top di Miu Miu scovato su ebay UK.
Ho acquistato 3 volte su Vestiaire, ma tutte e 3 le volte erano prodotti nuovi, mai usati, possibilmente cartellinati.

Non è che io non mi fidi del vintage, è che non mi fido di me. Non ci metterei niente a riempirmi di ciarpame, nello stesso modo in cui anni fa facevo incetta di magliette inutili a 10 €. Il vintage richiede tempo, competenza e gusto, non è facile come il fast fashion. Aggiungiamo che se voglio un Prada vintage la cifra è comunque molto importante.

Io ho la fortuna di abitare in un posto dove questa offerta è adeguata alla domanda, ma non tutti abitano in una città e quindi dove dovrebbero andare a procacciarsi vintage? On line mi sembrano acquisti difficili, ma non voglio dire cose che non so, perchè non ho mai provato.

Se vi va ditemi di che squadra siete!

4) Se mi doveste chiedere se da piccola io ricevessi l'uovo di Pasqua, vi rispondo che sicuramente qualcosa c'era, ma non ne ho un ricordo vivo. Quando sono cresciuta (tra le medie e le superiori mi pare) mia mamma ha iniziato a lavorare in una grande azienda che a Pasqua le regalava un uovo da 5 kg della Lindt e quindi tutto il resto diciamo che era superfluo.

Ma il punto non è se io da bambina fossi la piccola fiammiferaia senza uovo di cioccolata (anche perchè la risposta è ovviamente no), ma cosa volessi davvero a Pasqua.

La Valentina di 6 o 7 anni aveva già le idee chiare: SCARPE, tenetevi pure il cioccolato.

Per me Pasqua era sinonimo di SCARPE DI VERNICE! Spesso NERE, qualche volta bianche, una volta rosa (ma esperimento poco riuscito). Io amavo da morire quel momento, ero proprio emozionata. Giovedì o venerdì santo erano i giorni prescelti e poi quelle scarpe stavano sul comodino fino alla domenica, quando finalmente le potevo indossare.

Quindi non vi nego che anche se sono passati mooooolti anni, io a Pasqua un paio di scarpe me le compro (non sempre, ma se c'è qualcosa che mi ispira può capitare).

Quest'anno ho fatto il colpaccio, ho comprato un paio di scarpe che amo da 3/4 anni, ma ogni volta non cedo per un motivo o per un altro: 


Ok, non le terrò sul comodino per 10 giorni come quando avevo 7 anni, ma l'idea comunque mi stuzzica.

(Per chi non le conoscesse, sono le Maysale di Manolo Blanhik, versione flat, perchè io col tacchettino ma senza un cinturino non ci sono caminare).


5) Ho rivisto le foto della mia Cresima. Io indossavo il VERDE di Bottega Veneta nel 1986. Abbinato con una camicia con grande colletto, calze bianche di pizzo e mocassini Penny Loafer bordeaux.

Sono sicura al 100% che a 11 anni io avessi più gusto e più idee che adesso. Ora sono tempestata di stimoli e non so proprio più da che parte girarmi, in quel periodo sapevo cosa volevo (i vestiti non erano scelti da mia mamma e il colore della lana per il maglione fatto a mano da mia nonna, era una mia decisione). Come cavolo facevo a saperlo e dove posso ritrovare quella scintilla?

Ecco la versione vintage della sottoscritta, io le voglio molto bene:


Non avevo nessuna paura a indossare due verdi diversi e se togliamo la pessima idea di tagliarmi i capelli (che erano lunghi e mossi e sono diventati ricci e crespi segnando la mia adolescenza in modo indelebile, perchè una ragazza ha bisogno dei suoi capelli!) sono proprio orgogliosa di quella bambina!












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4 commenti

  1. Io (classe 1976) a 11 anni avevo i capelli esattamente come i tuoi! Nel mio caso il taglio atroce era imposto da mia madre, così come i terribili vestiti che mi costringeva ad indossare, con mio sommo disagio preadolescenziale...
    Quanto alle giacche, sarò troppo classica ma detesto sia quelle oversize sia quelle troppo avvitate e striminzite.
    Bellissime le tue ciabattine rosse, anche se il modello mi ricorda molto un paio che avevo nel 2003 e che mi fece fare uno scivolone memorabile in pubblico, con rovinosa caduta evitata per miracolo e mio imbarazzo totale. Da allora mai più scarpe aperte sul tallone!
    Elinor

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    1. Non nascondo che temo anche io di piantarmi a terra prima o poi, perchè sono tutt'altro che facili. Mi sa che devo imparare a non sciabattare, perchè il pericolo è dietro l'angolo.
      Il disagio preadolescenziale... come me lo ricordo bene!

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  2. mamma mia quanti spunti di riflessione!
    1) l'oversize a volte produce effetto "giacca del nonno"...a 20 anni è funny a 47 ( la mia età ) zia Pina che vuole sparagnare e si mette i vestiti ereditati dal padre.
    2)lavoro in uno studio di fashion designer e si commentavano giusto le vetrine della città dove lavoro. ma chi si compra un completo fuxia o verde smeraldo da Dixie in poli o similari, dove va? alurea? e poi? a lavoro? Bho! certe idee sono fantastiche se i materiali sono nobili...il resto: scintille...in tutti i sensi.
    3)la parola vintage e il concetto è abusato. E' vintage un abito del 2007 anche se di Lanvin? No. E' secon hand...e qui si aprirebbe un mondo. A parte che devi essere con una personalità così forte che alytrimenti ritorniamo al punto 1 e alla già citata zia Pina.
    4)ciabattine adorabili sotto tutti i punti di vista...dovrebbero chiamarti a recensire scarpe e borse in qualche giornale: chepeau.
    %9 credo che la nostra generazione era òla prima che 2 maneggiava 2 la moda, che la sperimentava. anch'io mi vedo con dei look pazzeschi quando l'offerta era decisamente minore e in ogni caso si badava anche tanto alla qualità.
    ultima nota...io team pecorella di marzapane come recita la tradizione siciliana.
    auguri di Buona Pasqua...

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    1. 1) sono super d'accordo, la giacca oversize produce proprio l'effetto "vestiti di un altro" e per indossarla si deve avere lo spirito adatto oppure essere molto giovani... che la giovinezza va con tutto!
      2) esattaente quello che intendevo, i materiali di Valentino sono ottimi e si vede, a quel punto che sia fucsia, verde o giallo poco importa, perchè è di qualità.
      3) Anche secondo me ci deve essere una regola precisa sulla quale regolarsi. Se abbiamo stabilito che è l'età di un capo, non possono essere vintage cose dell'altro ieri, quelle sono vecchie o usate.
      4) Ma magari! Mi offro come tester di ogni cosa!
      Grazie di esserti dilungata e di averci regalato il tuo tempo.

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