Cosa guardate quando vedete una vecchia foto?

maggio 20, 2022

1) "Vado al college. Peso 48 chili. Torno dal college tre mesi dopo. Peso 57 kg. Un tempo ero magra e informe. Adesso sono grassa e, ironia della sorte, egualmente informe. (...) Mio padre mi squadra mentre scendo dall'aereo e dice a mia madre "Bè forse qualcuno la sposerà per la sua personalità".
Torno al college. Rimango grassa. (...)
Comunque passano i mesi. Torno a casa per l'estate. Sono sempre più grassa. Non entro più in nessuno dei miei vestiti. Questo l'ho già detto e continua ad essere vero. (...). Così vado dalla mia amica Janice Glabman per farmi prestare dei vestiti. Janice è sempre stata sovrappeso. Mi provo un paio dei suoi pantaloni. Sono troppo stretti. Veramente troppo stretti. Non riesco nemmeno a chiudere la cerniera. Janice ride di me. Queste sono le sue parole esatte: "Ha ha ha ha". Il giorno dopo, mi metto a dieta. In sei mesi torno al mio peso forma di 48 chili. Sono ancora a dieta da allora.
Non vedo Janice da più di quarant'anni, ma se mai la vedessi, sono pronta. Sono magra. Nonostante adesso pesi 57 chili, tanto quanto pesavo quando tornai dal college dopo essere diventata una palla di lardo. Non riesco a spiegarmelo".

Ieri rileggendo questo pezzo di Nora Ephron ("Il collo mi fa impazzire") ho sorriso. Poi ho smesso.
L'ho scritto qui e, completamente decontestualizzato, non fa nemmeno ridere. Poi ho pensato che tutto quello che Nora dice è sempre vero e trasforma in racconto umoristico anche quello che di divertente non ha nulla, anzi soprattutto quello, perché  dice che quando scivoli su una buccia di banana, la gente ride di te; ma quando racconti alla gente che sei scivolata su una buccia di banana, sei tu a ridere. Così diventi l'eroina invece che la vittima dello scherzo.

Ci sono così tante problematiche espresse in quella pagina che non rimangono proprio le energie per ridere.

C'è la percezione di sé distorta (57 kg palla di lardo)
C'è il disprezzo per se stessi, espresso con parole forti, quando si ha un corpo non conforme al nostro (nostro?) ideale.
C'è il body shaming (chi non ha avuto una nonna o uno zio pronti a fare commenti sul nostro corpo? Io li ho avuti entrambi).
C'è la competizione con una persona che dovrebbe essere amica, ma in realtà è amica solo quando pesa di più.
C'è la fatica di stare a dieta da sempre per essere quello che il nostro cervello crede che dovremmo essere.
C'è la rivalsa e l'espressione del proprio valore espressi tramite il proprio peso corporeo.
C'è il non spiegarsi come due dati identici possano sovrapporsi e risultare diversi (57 kg è un dato matematico, ma corrisponde sia al grasso che al magro).

Ho provato forse tutte queste sensazioni?
Sì. E mi capita di provarle ancora.
Se il corpo degli altri non lo giudico più (ci provo tutti i giorni e ci riesco) e  mi sono accorta che provo fastidio anche quando sento certi giudizi espressi da altri, o quando un pensiero grassofobico mi balena per la mente, per quanto riguarda me stessa, non ci siamo ancora.

Ho visto una mia foto di una ventina di anni fa (ve la metto su Instagram). La prima cosa che ho fatto è stata quella di ingrandire sulla pancia per vedere quanta fosse.
Poi ho cercato di riprendermi (perché mi sono resa conto immediatamente che stavo andando in corto circuito) e ho fatto un esercizio: ho cercato di elencare le cose che mi piacevano di me in quell'immagine. E poi ho cercato di ricordare cosa facessi e provassi in quel momento.
Che fatica. Togliersi dalla testa l'automatismo di controllare la pancia è un lavoro a tempo pieno, retribuito male e con ben poche soddisfazioni.

Questa settimana poi ci sono state polemiche assurde su Laura Pausini che parrebbe non aver tenuto conto della bilancia quando ha scelto gli abiti per l'Eurovision.
È proprio un pensiero brutto, proprio il genere di pensiero che io facevo e ho dovuto estirpare a forza dalla mia testa, perché sottintende che Laura non andasse bene per gli abiti, che il suo corpo non fosse giusto.
Fermo restando che ci sono sicuramente abiti che ci valorizzano di più e altri che ci valorizzano meno, possiamo sempre scegliere di tenerne conto oppure no e in seconda battuta il problema devono essere gli abiti, non il nostro corpo.
Nessuno ha criticato Valentino, Ferretti o Versace, tutti hanno criticato il corpo di Laura.
Io però ho l'impressione che anche spiegando questo punto di vista, in molti facciano fatica a capire dove stia l'errore... eppure è così grande!

qui




2) Ieri ho acquistato una camicia della collezione Marni per Uniqlo. Volevo i pantaloni beige con i quadretti rosa, ma mentre studiavo le taglie (c'è scritto infatti che non sono le solite taglie Uniqlo, ma nemmeno le Marni però, che so vestire grande) mi sono stati soffiati sotto il naso.
Mi sento un po' strana su questo acquisto, è un po' come se percepissi di aver sbagliato a comprare una cosa giusto per e non quella che volevo realmente.

Come vi dicevo settimana scorsa, ho fatto il cambio di stagione e sono contenta di aver riordinato le mie cose. Alcune le ho riviste con piacere, altre mi chiedo sempre se fossi ubriaca quando le ho comprate, da tanto non mi rappresentano.
Gli errori che ho scovato sono essenzialmente due:
- cose doppie
- cose che non c'entrano proprio nulla con me
Allora la mia amica Barbara si è offerta di farmi da sponsor nei momenti in cui mi viene voglia di fare un acquisto: lei mi farà le domande giuste e io a quel punto, dal grado di convinzione che metterò nelle mie risposte, capirò se lo voglio davvero oppure no.
Anche solo questa operazione dovrebbe interrompere l'afflusso al cervello dell'adrenalina dell'acquisto compulsivo e impedirmi di fare casino. (Ovviamente non l'ho chiamata per la camicia di Marni, iniziamo bene!).
Una cosa invece è assodata e trova schiere di persone concordi: NON POSSO PIÙ COMPRARE JEANS.
Gli ultimi li ho presi il mese scorso, quindi ora è austerity totale.

Ho comprato questi:



Che vi devo dire? Mi mancavano...

3) Vi consiglio super vivamente di vedere HEARTSTOPPER.
È la serie più dolce che abbia visto negli ultimi mesi. 
Visto che il 17 maggio è stata la giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia , ho pensato che una serie del genere potrebbe essere trasmessa nelle scuole, nell'ora di educazione civica e insegnerebbe molto di più di quello che un insegnante, seppur illuminato, potrebbe fare.
Ma la scuola italiana è pronta per una cosa del genere? I ragazzi sicuramente sì e lo dico con abbastanza cognizione di causa, ma l'istituzione?
Comunque io ve la consiglio!




4) Louis Vuitton e Gucci hanno sfilato con le collezioni Cruise e devo dire che mi sono piaciuti moltissimo entrambi, più che nel pret-a-porter.
Ho sempre avuto la sensazione (che ho scritto anche qui) che Alessandro Michele fosse sempre nella stessa lunghissima sfilata, mi sembrava che declinasse con pochissime sfumature differenti lo stesso concetto... invece questa volta ho pensato che fosse diverso.
Non so se il contesto in cui ha sfilato o i dettagli che ha scelto (i gioielli ad esempio) mi abbiano influenzato, ma mi è proprio piaciuto.




5) Ho i capelli di una lunghezza media, quella lunghezza che il parrucchiere non ti fa più pagare la piega corta.
Sono anni che non li ho così lunghi, appena sfiorano le spalle di solito taglio. In questo periodo invece va così, ma senza grandi entusiasmi.
Ho sempre i capelli troppo fini e poco corposi per averli lunghi e quindi, tolta qualche piega che mi viene bene per grazia ricevuta, non sono mai soddisfatta al 100%.
In certi giorni vorrei tagliare così:


Altri così:



ma poi non saprei fare la piega.
Una cosa comunque è chiara: pare il momento di fare un ciuffo frangia come si deve!



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1 commenti

  1. Ieri ho acquistato top e abitino di Marni per Uniqlo...nella fretta non ho chiaramente letto quello invece hai letto tu...come faccio sempre per Uniqlo ho preso tutto di una taglia in meno ....ci sarà da ridere

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