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L'annosa questione del vero e del finto

giugno 17, 2022


Ma in che senso è venerdì? Io di solito scrivo un pochino tutti i giorni, ma questa volta sono arrivata a venerdì senza nemmeno una sillaba, convinta di avere tempo!

Avevamo considerato di essere in estate (quasi) e di essere ancora in guerra? Probabilmente no. L'estate poi fa crollare l'interesse su tutto, siamo tanto impegnati a sopravvivere che l'empatia non sempre siamo in grado di manifestarla.
Ieri la signora che aiuta i miei suoceri mi ha detto che a fine mese tornerà in Ucraina, lo farà con un Flix bus e porterà con sé un quintale di bagaglio. Porterà del sale da cucina perché le hanno detto che non si riesce a reperire e quindi farà la scorta per la sua famiglia.

Voi lo sapete che quando i ragazzi fanno le equivalenze non esiste più (o almeno nella maggior parte dei libri) la dicitura quintale? E neanche quella di tonnellata. La tonnellata (1000 kg) ora mi sembra che si chiami MEGAGRAMMO, che forse rende meglio l'idea che sia un peso grande-grandissimo e il quintale credo sia semplicemente hKg, cioè centinaia di chili.
Se penso ad una donna, su un autobus con 100 kg di bagaglio, fatto per lo più di cose che nel suo paese non ci sono più, mi si stringe il cuore, perchè penso che probabilmente 100 chili non bastano nemmeno per iniziare e dovremmo trovare un altro modo di chiamarli, almeno per farli sembrare di più.

Dalla newsletter di Ester Viola di stamattina.

L’estate è stagione senza pensieri ma per forza. Evaporano, non li trattieni, si trovano a stento solo le forze per tenersi vivi e in piedi. Il corpo si ammolla, svaniscono tutte le necessità e tutti i desideri sono sotto uno: il condizionatore acceso a 23. È meglio se la domanda “volete l’aria condizionata o la pace?” non ce la rifanno adesso.


Siccome è già tardi e l'argomento di oggi è spinoso, svilupperò un solo punto e rimando a settimana prossima il resto. Vi è andata bene, non sarò prolissa come al solito!

 Cito da NSSMagazine (cliccate se volete leggere tutto l'articolo).

"Un report della European Union Intellectual Property Office ha svelato, come riporta The Fashion Law, «che il 52% dei consumatori intervistati ha acquistato almeno un prodotto contraffatto online negli ultimi 12 mesi, e il 37% di loro ha acquistato il prodotto falso di proposito». Il sondaggio, che ha coinvolto individui tra i 15 e i 24 anni di tutti i paesi dell’Unione Europea, ha registrato un enorme aumento dei consumatori di prodotti fake che nel 2019 erano solo il 14% del totale".

Il falso spopola.
Ai ragazzini piace perchè costa poco e fa figura!
Mi chiedo come si possa valutare il potere di acquisto di un ragazzino di quindici anni, ma forse non voglio sapere davvero la risposta. 
Io ricordo che a quell'età avevo messo via ogni paghetta per un paio di Clark's Desert boot grigie. Ci avevo messo mesi ed ero arrivata a 160.000 lire, che oggi sono 80€ suppergiù.
I ragazzini oggi con 80€ non escono nemmeno di casa.
Il 52% (nei quali sono compresi i consapevoli e gli inconsapevoli) è un numero grandissimo. 

"Chi compra dei fake, a prescindere da tutto, vuole vivere l’ebbrezza del logo senza il prezzo del logo – dimostrazione di come l’oltranza del marketing di moda abbia creato una forma mentis per cui un certo monogramma o un certo logo sono così desiderabili che le nozioni di qualità e autenticità del prodotto passano in secondo piano e l’unica cosa importante sia possedere un prodotto riconoscibile, vero o falso che sia. Non si tratta più di craftmanship né di esperienza in negozio o anche solo banalmente di qualità dei materiali – tutto si risolve nella natura puramente visiva di una certa silhouette o di un certo logo". 

E questa è una faccia della medaglia, non mi sembra nemmeno di troppo difficile lettura: sono giovani, vogliono cose costose, non se le possono permettere, vengono continuamente bombardati da un marketing super aggressivo e quindi le comprano false.
L'articolo continua dicendo che l'acquisto dei falsi è sicuro (nel senso che su internet le trovi ovunque, alla luce del sole), sponsorizzato, senza controindicazioni (o per lo meno non dichiarate), per cui se hai 16 anni e vuoi una Vuitton da 2000€, ma ne hai solo 200€, è ovvio che tu ti dica: perché no?

A 16 anni direi che è normale non avere il gusto per i materiali e per l'esperienza in boutique... non penso nemmeno gli possano offrire il prosecco a quell'età! A mia figlia permetterei di fare un acquisto del genere? No è la mia risposta secca, perchè quello che non capisce lei, per evidenti limiti di età ed esperienza, lo capisco io.


Ma vi sottopongo un'altra notizia presa da "The cut":

"Lisa, a 38-year-old Manhattan woman, has this superrich friend. She has a massive Birkin collection, a $10 million dollar house in the Hamptons, and flies everywhere in private jets. “I just assumed everything was real,” says Lisa. Then one day, the friend lets her in on a secret. Those Birkins? They’re fake. She gets them at “Tupperware parties” for replica designer bags".

Il lungo articolo continua dicendo che anche Lisa in men che non si dica entra a far parte di questo club di donne ricchissime che comprano falsi. Lei aveva già pezzi autentici, ma li ha venduti per comprare Birkin finte. In un anno ha speso 10.000 dollari in repliche, ma pare che il marito non si sia arrabbiato perchè in fondo  non sono soldi veri (???).
Mi ha colpito molto l'idea dei "Tupperware parties " con le Birkin false perché è molto iconografica, una volta le dimostrazioni Tupperware erano occasioni vere e proprie per scambiarsi le idee, anche quando le idee erano scomode (ci sono molti rimandi a questo nella letteratura sudafricana dell'apartheid), dietro alla vendita di quelle scatolette (che sono realmente un prodotto pazzesco di cui le mamme sono assai gelose) si celavano MOMENTI, ora invece sono donne ricche che violano la legge per borse finte.



Continuando la ricerca ho scoperto che esistono siti in cui ci si confronta sui falsi, dove si cercano cose anche rare, ma false, con qualità altissima. Non vi voglio mettere i link perchè non sono cose da divulgare, ma se leggete l'articolo di The Cut e fate 2+2, arrivate anche alla community italiana.
In questo caso non si parla di persone che non si possono permettere il prodotto autentico, si tratta di altro, di chi sceglie quella via per confermare uno status che in teoria ha già.
Mi vengono in mente certe sciure che ho visto a Forte dei Marmi. Ero ospite di un'amica e in spiaggia queste signore bellissime, con il loro caftano e i loro orecchini di diamanti, avevano l'ambulante di fiducia che portava loro il prodotto richiesto sotto il loro gazebo. Avrebbero potuto tranquillamente andare in boutique, ma sceglievano quella via.

Mi sforzo di capire quali siano i meccanismi, ma non riesco fino in fondo. Ribadisco che non parlo di chi non se lo può permettere, il cui meccanismo mentale è abbastanza semplice, ma di chi invece può e sceglie diversamente.
Intorno ai 20 anni avevo comprato da un ambulante in centro a Milano una borsa di Gucci, una shopper grigia che andava moltissimo in quel periodo. Non potevo permettermi l'originale in negozio. L'ho usata tantissimo ed è ancora a casa dei miei in buono stato, la guardo con tenerezza perchè ne percepisco l'ingenuità, ma poi non riesco più ad usarla perchè io lo so che non è vera, che non è fatta come dovrebbe, che è veicolata da canali illegali e che non mi rappresenta per la persona che sono oggi.
Si può passare sopra a certi valori in nome di un oggetto non indispensabile? Davvero un falso può essere considerato meritevole di dignità pari al vero?
Oppure queste persone agiscono a livello così superficiale che ritengono che le borse siano SOLO COSE e come tali non meritino troppa attenzione? Ma se allora non dai attenzione e non ti interessano realmente perchè desideri che ti rappresentino in quel modo?






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6 commenti

  1. un mio pensiero, forse, maligno: la sciura che in spiaggia compra il falso a me fa sempre pensare che faccia parte del gruppo di persone che si credono più furbi degli altri “mi compro un ottimo prodotto, falso, che costa molto ma molto meno dell’originale. Pensa a quegli scemi che se lo comprano a prezzo pieno” oltretutto, sono così “esperte” che conoscono, hanno scovato, consigliano, il falsario migliore per qualità del prodotto (l’ambulante che fa la borsa + resistente e simile).Non si credono delle ladre, ma solo più furbe. Ma nel 2022 fare ancora finta che non sia illegale e un danno…con cattiveria mi chiedo sempre: e se qualcuno (il marito?) regalasse loro un falso cartier, o un gioiello (tiffany, bulgari..) finto e per di più con degli zirconi lo considererebbe un furbo come farebbe con sè o un cafone tirchio?
    I ragazzini non sono educati al bello, al fatto bene, al pagare chi l’idea e il progetto l’ha avuto e pensato come realizzarlo e tanti non sanno distinguere, sta all’adulto ovviamente, segnalarlo. Ma mi ricordo bene che la me a 15 anni faceva fatica a capire perchè io il Barbour non potessi averlo…

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    1. come hai ragione...io non ho mai avuto un paio di levi's, la mamma mi comprava i lee...ci siamo capite??! io però andare in giro con un falso non potrei mai, ma proprio non posso farcela! figuriamoci sentirmi più furba...

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    2. Credo che la tua lettura sulla furbizia di questa gente sia la più sensata. Probabilmente subentra la presunzione di poter essere più intelligenti e spendere meno degli altri per avere la stessa cosa. Aggiungerei che non solo si sentono più furbe di noi che risparmiamo o aspettiamo o rinunciamo, ma anche della legge. Peccato il reato ci sia e bello grosso.

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    3. a noi i genitori dicevano anche no. Non scendevano a patti. E in questo modo ci hanno insegnato che se non puoi, non puoi, non devi cercare di fare il furbo... e questo si applica a molti aspetti della vita!

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  2. Mamma mia, resto un pò basita, non avevo idea esistessero circuiti simili e devo dire che mi fa davvero rabbia, ma perchè io nel mio piccolo, come tante "metto via" e spero poi di poter fare l'acquisto dei sogni, ne godo perchè è sudato, è desiderato e me ne ero seriamente innamorata! (si, io le mie cose le amo tanto, le curo e le preservo se posso) Sapere di persone che hanno potenziale economico e invece aiutano il mercato nero dei falsi è scandaloso! Io se non posso...non compro...e anche io ho avuto una Tivoli LV falsa, ben fatta, tenuta un secolo...ma non potevo permettermi un originale, ne ero consapevole e dispiaciuta, AD OGGI non lo farei mai e poi mai!

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    1. Avere cura e amare le proprie cose è sicuramente la strada per dare loro il giusto valore e per fare in modo che ci rappresentino nella giusta maniera.

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