Pensiamo al nuovo che porta settembre
settembre 09, 2022Sono giorni strani (e nella mia testa parte Guccini con Farewell: giorni lunghi fra ieri e domani, giorni strani, giorni a chiedersi tutto cos'era, vedersi ogni sera...).
Non riesco ad essere spensierata e mi chiedo se io lo sia mai stata davvero.
Dannato carattere orribile, dannata mania di controllare tutto, dannata incapacità a lasciare andare.
Settembre mi frega sempre con questi pensieri, è sempre un cavolo di mese di inizi e ripartite e quindi la mia mente non fa che prevedere scenari terribili, per poi risolverli, per poi prevedere nuove conseguenze e poi ricominciare in un loop infinito ed estenuante. Prima che tutto succeda.
Mi stanco solo a pensarci.
Non posso pensare che la novità sia foriera di bellezza? Posso obbligare la mia mente ad andare in quella direzione? Devo dedicarmi ed educarmi a rompere questo meccanismo perché mi succhia troppe energie, mi ruba tempo e mi fa godere poco delle cose belle perché sono già preoccupata per quelle che devono ancora accadere.
Bene, dopo questo viaggio avventuroso nella mia mente, partiamo con il post di oggi.
1) Tornano i cargo pants.
Già fatto un giro nel 2002/2003. Comprati di tutti i colori: li avevo verdi (ovviamente), rosa e celesti. Li avevo presi a Londra da H&M e da un altro negozio che in Italia non c'era ancora. Ero molto fiera di questi acquisti e me li sono goduti parecchio.
Oggi hanno senso?
Forse sì, ma forse mi ci vuole una versione più contemporanea, con qualcosa di particolare (materiale, modello, taglio... boh?). Perchè sono passati 20 anni, non sono più nei miei 20 e quindi non posso vestirmi come se lo fossi. (Vero che non posso??).
Tipo questi di Frankie shop??
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Maesa |
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questi mi piacciono da pazzi, ma non me li vedo (Jenna) |
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Gianna |
Insomma tutto da valutare. Comunque non troppo a vita bassa e non in colori pazzerelli, ma forse il trend lo posso anche piegare alle mie esigenze.
2) Nuova borsa Gucci. Nuova non troppo, ma sempre interessante.
Alessandro Michele ha scelto di rimaneggiare l'archivio anche questa volta e prende la ATTACHE un modello del 1975.
Vi dirò che dopo aver storto un po' il naso appena vista, inizio ad apprezzarla.
Mi piace la misura piccola perché mi sembra più adatta ad essere portata a mano e a tracolla, quella grande su di me sarebbe troppo grande.
Prezzi come sempre importanti (ma cosa ve lo dico a fare??): da 2050€ quella piccola in tela, a 2750€ quella grande in pelle.
3) Sto iniziando per gradi a vestirmi.
Ho passato 2 mesi con pantaloni corti e meno corti con l'elastico e magliette leggerissime e larghissime che possono essere lavate e asciugate in 2 ore. Mi sono vestita bene? MAI.
Ora la socialità mi obbliga a tentare di essere un filino meglio. Ma non è facile, già solo mettere le scarpe chiuse implica il rispolvero dei cerotti.
Ma come si fa??
Ieri sono uscita con Viola e ho deciso di mettere la mia Lacoste preferita: bianca con Snoopy che pesca dalla cuccia un coccodrillo. Amo quella Lacoste.
Orrore! È aderentissima! L'ho messa lo stesso, ma come posso aver scelto una cosa del genere?
Ah già, cambio idea alla velocità della luce e possiedo cose di 3 taglie diverse. Ma perchè io che non amo tanto i cambiamenti, cambio idea così?
Mi sono sentita fasciata e impedita . Non sono più abituata a vedermi con cose che mostrano il corpo. Come si fa??
Io adoro quella maglietta!!!!! Perché ho preso la 36 e preferito un fit così striminzito ad una cosa più rilassata?
La risposta è : perchè quando l'ho comprata mi vestivo così. Era il 2015, sono passati 7 anni.
Quindi questo rimette in gioco tutto il discorso del far durare le cose all'infinito, come si fa??
Devo vendere tutto o aspettare che le cose mi piacciano di nuovo?
Vale la pena tenere cose che ci piacciono tantissimo, ma non ci rispecchiano più fisicamente?
(Valentina, i vestiti sono cose, i vestiti sono solo vestiti... ma forse no!).
4) Sempre in quegli anni (quelli dei cargo e delle magliette striminzite, che ho il dubbio mi piacessero solo per provare a me stessa e al mondo che ci potevo entrare) portavo le Nike Cortez. Sbaffo Rosso.
Ora ho visto che sono state proposte in collaborazione con il marchio Sacai in occasione dei 50 anni del modello e non sono male.
Ho saltato a piè pari l'ultimo giro proprio perché era una cosa che avevo già visto e vissuto, ma questa rivisitazione mi sembra interessante:
Blanca Mirò (sempre una delle mie preferite, farò una classifica a breve) ovviamente sul pezzo con il modello più giusto (non vedo adv, solo tag, le avrà pagate?).
3 commenti
Ciao Valentina, buon settembre! Io devo ancora riprendermi dal trauma, altro che buoni propositi...
RispondiEliminaDomanda retorica: Simone de Beauvoir indosserebbe una maglietta da 650 euro? Penso proprio di no. Questa trovata di Dior mi sembra proprio una contraddizione fattuale.
Elinor
ho pensato più o meno lo stesso e leggere 650 per una t shirt mi ha veramente fatto cadere le braccia...posso dire una cosa???!???!?? A TRATTI, a tratti...mi passa pure la voglia e l'interesse si sapere cosa c'è di nuovo nel mondo moda...tutto troppo assurdo...
EliminaSono d'accordo con voi. Che mestizia. Cosa c'è di rivoluzionario in una maglietta a quella cifra? NIENTE!
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