1) Non ho ancora risolto i problemi con TIM: la connessione con la fibra continua ad essere tremenda, manca per delle mezzore intere e guarda caso proprio quando ho il ritaglio di tempo perfetto per scrivere e fare qualche ricerca.
A saperlo me ne stavo con la mia comoda ADSL e il cricetino che girava dentro il modem!!
2) Settimana scorsa ho fatto un giro per negozi, alla caccia dell'affare finale coi saldi.
Ho capito che io sono fatta così: mi compro qualche cosa subito, i primi giorni, mentre ci sono ancora taglie e colori e poi aspetto il rush finale con lo scopo di trovare il pezzo inaspettato.
Quest'anno nessun pezzo iniziale e posso dire serenamente, nemmeno un pezzo finale.
Il mio obiettivo di fine inverno era il solito cappottino Teddy.

A ottobre avevo puntato quello di Uniqlo perchè costava pochissimo e faceva la sua discreta figura (visto sulla moglie di Cattelan), ma è andato sold out in un attimo e non è più stato riassortito sul sito.
Mi sono poi detta che tutti i marchi ne facevano almeno uno e che avrei avuto chance di provarne parecchi quest'anno.
Da Diffusione Tessile ne avevo trovato uno decente (non perfetto), ma ci ero andata per un cappotto nero e quindi non ho agito.
Arrivando poi al presente, settimana scorsa ne ho visto uno carino in vetrina da Dixie a circa 50€ e ho deciso di provarlo.
La commessa mi ha subito avvisato che S o XS erano finite, ma "in fondo è bello portato anche over..."
Io già perplessa... l'ho provato ugualmente perchè provare non costa nulla, ma l'effetto era grottesco. Letteralmente. Ero inglobata in un orsacchiotto di peluche . Sembravo pronta per il remake di The revenant.
La commessa non poteva non averlo notato, ma ha provato lo stesso a convicermi: NON TI STA TANTO MALE.
Ora, in quale mondo io mi posso comprare qualche cosa CHE NON MI STA TANTO MALE??
Quale strategia di marketing ci può stare dietro un commento del genere??
Credo che mi starebbe malissimo anche quello di Max Mara (o mi piace pensarlo ), figuriamoci uno fuori misura di un marchio fast fashion!
3)  Mi sono trovata a riflettere su una cosa che ha detto un'influencer, ma non ricordo quale, perchè delle volte le stories le ascolto senza guardare e spesso partono marchette uguali, una in fila all'altra, quindi non distinguo più chi fa cosa.
La persona in questione ha fatto un ragionamento corretto e interessante: per decidere se un'influencer fa bene il suo lavoro e vale la pena seguirla, basta riflettere su quante cose, nell'arco di un tempo ragionevole, ci ha "influenzato" a comprare .
Si può supporre che seguiamo persone che potenzialmente propongono prodotti che ci interessano, quindi siamo già predisposte all'ascolto; se poi quello che sentiamo è un recensione genuina ed entusiasta il passo verso l'acquisto è brevissimo.
Credo che sia molto più sensato un lavoro di controllo, analisi e commento, piuttosto che di apertura scatole.
Quindi quanti prodotti ho comprato perchè me li ha consigliati un'influencer pagata per propormeli?
Mhhh... 
0.
Di sicuro sono di più i prodotti che la stessa influencer mi ha invogliato ad acquistare se se li è comprati da sola...
Ci ho proprio pensato e per me è così.
Te lo compri perchè ti piace, te lo metti, ti sta da Dio? Stai sicura che la voglia mi viene!
Te lo metti perchè lo hai scelto fra le cose che ti mandano? Già la mia voglia cala!
Non dico che per tutti sia così, ma per me lo è, ho proprio un blocco!
(Probabilmente faccio parte di quella generazione che ama guardarsi intorno e chiede alle amiche: DOVE LO HAI COMPRATO? E risponde sempre volentieri alla stessa domanda quando le viene posta).
Ho comprato cose da Zara perchè Emma Hill se le è provate nei suoi bottini stagionali, ho visto come le stavano, ho visto come ha creato uno styling, mi è sembrata onesta e sincera e quindi boom, SONO TUA!
Non voglio dire che la strategia di marketing basata sulle influencer sia sbagliata, ma ho capito che con me non funziona.
Vi faccio un esempio: ho acquistato prodotti dell'Estetista cinica, ma sulla base delle stories fatte da lei medesima, che spiega gli ingredienti, come si usano e per quali pelli sono adatti.
Non mi importa che lei li regali al mondo intero, perchè il suo modo competente di raccontarli e usarli davanti ad uno specchio con me funziona.
Mi fa piacere anche che si riferisca spesso ai principi attivi e che, pur non dicendoci di comprare altre marche, ci fa presente che il mercato è pieno di cose che ci fanno bene e che ci fanno male e dobbiamo solo usare attenzione e cervello.
Mi farebbe piacere sapere se vi siete mai chieste quante e quali cose avete acquistato sulla base di un'opinione influente e se questo tipo di marketing con voi funziona.
4) Sono stata alla Rinascente di Firenze e sono rimasta piacevolmente colpita dal restyling del 4^ piano.
Ho mangiato da ToscaNino e ho osservato la nuova scelta di marchi.
C'era proprio bisogno di una rinfrescata!! La Rinascente di Firenze sembrava sempre la sorellastra cattiva di quella di Milano o di Roma, ora mi piace di più!
Ci sono selezioni di LaDouble J, Isabel Marant, Staud, Nico Giani, Victoria Beckham e altri . Ora conservo speranze anche per il 3^ piano!
5) Cosa ne pensiamo della moda delle mollettine di perle o delle barrette stile Gucci?
A me piacciono, ma non ho ancora capito se mi potrebbero stare bene.




Per la cronaca questa molletta costa 350€.
350€.

Attendo i vostri consigli sulla questione, anche perchè domani vado a tagliarmi i capelli perchè ho un taglio tutto sbagliato che va sistemato al più presto e non mi dispiacerebbe inserire qualche novità.